Per gli effetti che avrà sulla professione, è un tema su cui già si stanno confrontando i giornalisti ed i loro organismi rappresentativi, quello scelto da Papa Francesco per la 58ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebrerà domenica 12 maggio.
Il titolo del Messaggio del Pontefice è quanto mai eloquente : “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”. In sostanza il Santo Padre, auspicando che l’uomo non diventi cibo per algoritmi, richiama l’attenzione degli operatori dei Media ma non solo, dopo che ha accolto l’invito per il G7 in Puglia - è la prima volta di un Papa - proprio per parlare dei risvolti fondamentalmente etici di una “rivoluzione” tecnologica ambigua e le sue conseguenze sulla vita degli umani. Già nel Messaggio pone l’accento sulle nuove opportunità, ma allo stesso tempo sulle nuove “patologie” e insidie soprattutto per il campo dell’informazione, che rischia di finire oggetto dell’“inquinamento cognitivo”, cioè l’alterazione della realtà tramite false narrazioni, falsi messaggi vocali e false fotografie, o l’annullamento del prezioso ruolo dei reporter sul campo, nella vita di tutti i giorni ed in particolare negli scenari di guerra.
In sintesi sono le sottolineature che il card. Giuseppe Betori, rivolge a giornalisti e scrittori toscani, invitandoli a partecipare alla Santa Messa che il 12 maggio alle ore 10.30 presiederà in Cattedrale a Firenze nella solennità dell’Ascensione. A chi si prenota entro venerdì 10 maggio (Wapp cell.333.8149068) sarà riservato un posto nel coro ai lati dell’altare.
Prima di lasciare dopo 15 anni (il 24 giugno, festa del patrono di Firenze San Giovanni) la guida dell’Arcidiocesi al suo successore - il fiorentino don Gherardo Gambelli - Betori ispirandosi al Messaggio di Bergoglio detterà alcuni spunti di riflessione , completando il suo pensiero su un’evoluzione dei sistemi di comunicazione che rischia di modificare in modo radicale pure “alcune basi della convivenza civile”. Il Cardinale, che in questi anni ha presieduto la Conferenza dei Vescovi toscani, ha espresso una motivata preoccupazione: ”La centralità della persona umana - ha detto recentemente - va oggi salvaguardata a fronte degli sviluppi che il mondo digitale ci sta prospettando, un mondo in cui l’ampliamento delle conoscenze e della loro operabilità deve fare i conti con la salvaguardia degli spazi della coscienza e della libertà, nella consapevolezza che l’intelligenza artificiale non sarà mai un’intelligenza umana. Perché se gli algoritmi prenderanno il sopravvento sulla possibilità di scelta, allora la logica della quantità prenderà tristemente il sopravvento su quella della qualità, e soffrirne saranno anzitutto i più poveri”.
Antonio Lovascio – Direttore Ufficio Comunicazioni Sociali Arcidiocesi di Firenze