«Il consiglio Agcom, su proposta del Commissario Antonello Giacomelli, esprime apprezzamento e gratitudine per le parole con cui, in occasione dei 60 anni dell’Ordine dei Giornalisti, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito l’informazione come “un veicolo di libertà” e un valore irrinunciabile che “non può essere soggetto ad autorizzazioni o censure”, e richiama nuovamente l’attenzione sulla necessità di intervenire per contrastare pressioni e limitazioni alla libertà della stampa». Lo si legge da un comunicato stampa pubblicato dall’Agcom sul suo sito web.
«La professione giornalistica - prosegue la nota - rappresenta un tema particolarmente caro a questa consiliatura che, tra i primi atti, ha dedicato un Rapporto al sistema dell’informazione. Quel documento, sottoposto a una consultazione pubblica conclusasi nel 2021, ha evidenziato, tra gli altri aspetti, come "le querele temerarie rappresentano un fenomeno di particolare gravità perché in grado di condizionare o compromettere la libertà di espressione, non solo per gli effetti che producono ma anche per una più generale intimidazione indirizzata all’intero settore dell’informazione". Nell’individuare le liti temerarie come una delle forme più gravi di attacco alla stampa, in quell’occasione Agcom ha proposto al Parlamento e agli stakeholders "un intervento legislativo organico in materia di minacce alla professione"».
Il comunicato si chiude indicando la strada per il futuro prossimo: «Alla luce di questo lavoro pregresso compiuto dall’Autorità e delle misure che in questi mesi ha presentato la Commissione Europea, prendendo atto con soddisfazione che già in Parlamento sono state presentate proposte di legge in materia, il Consiglio Agcom dà mandato al presidente di organizzare in tempi ristretti sul tema specifico e sulle questioni attinenti alla condizione della libertà e dell’etica del giornalismo, incontri con i rappresentanti dell’Ordine dei Giornalisti, con la Federazione Nazionale della Stampa e con la Fieg, per proseguire nell’impegno a cui richiama l’alto appello del Capo dello Stato».