Agenzia Dire: l'editore vuol mandare a casa 15 giornalisti. Fnsi e Ast: "Basta soldi pubblici a chi licenzia!". Barachini: "Le risorse sono congrue". Interrogazione PD

La Federazione nazionale della Stampa italiana e le Assostampa regionali (Ast in prima linea) chiedono al governo di azzerare i contributi pubblici agli editori che nonostante gli aiuti decidono di tagliare i giornalisti. "Si è conclusa con un mancato accordo - si legge in una nota del sindacato dei giornalisti - al Ministero la procedura di licenziamenti collettivi avviata dall'editore della Dire, Stefano Valore, che lascerà senza lavoro 15 giornalisti nonostante le risorse che riceverà dal governo. All'agenzia, infatti, dal 2024 arriveranno oltre 2 milioni di euro l'anno per un triennio, grazie al decreto per i servizi d'informazione da parte della pubblica amministrazione. Un'importante iniezione di risorse che però non è servita a scongiurare questo attacco a tutta la nostra categoria. Insomma, da una parte ci sono milioni di euro dal governo, che gli imprenditori si mettono in tasca, e dall'altra si riduce l'occupazione senza se e senza ma". 

Per la Fnsi e le Assostampa regionali  "tutto questo è inaccettabile tanto più che il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, continua a battere cassa chiedendo più soldi per l'editoria anche in questi giorni. Gli editori – incalza il sindacato – pensino a investire e a creare occupazione con questi fondi invece di volersi sostenere solo grazie allo Stato. I soldi pubblici non possono essere dati a chi mette alla porta i dipendenti, lasciando famiglie nell'incertezza. Nella trattativa con la Dire sono stati solo i sindacati a proporre alternative ai licenziamenti mentre l'azienda, affiancata dalla Fieg, ha seguito caparbiamente la strada dei tagli e della riduzione del personale". 

Fnsi e Assostampa regionali "sono sempre disponibili a collaborare con gli editori per uscire dalla crisi che attanaglia il settore però solo in presenza di una controparte che sia costruttiva e che non abbia come unico obiettivo quello di ridimensionare le redazioni, colpire il lavoro e sostenersi coi soldi dei cittadini senza mai investire o proporre progetti innovativi. Per due giorni i giornalisti della Dire saranno in sciopero: il sindacato li affiancherà in ogni sede perché questi licenziamenti sono immotivati e illegittimi. Allo stesso tempo – concludono Fnsi e Assostampa – si invita il governo a revocare ogni euro pubblico a chi licenzia. Da subito". 

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Barachini: “Solidarietà a giornalisti, risorse pubbliche congrue”

 "Esprimo la mia solidarietà ai giornalisti dell’Agenzia Dire. Da mesi il Dipartimento per l’informazione e l’editoria è impegnato per tutelare i livelli occupazionali e sono previste dal 2024 congrue risorse per le agenzie iscritte al nuovo elenco di rilevanza nazionale istituito dalla riforma che consentirebbero alla Dire il mantenimento dei livelli occupazionali e il ritiro del piano di licenziamenti, come chiesto in tutte le sedi più volte”. Lo dichiara in una nota il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini

Crisanti (PD): interrogazione al Governo 

Roma, 14.12.2023 - “Usufruire dei contributi pubblici finalizzati a sostenere la nostra informazione e contemporaneamente licenziare chi la produce trovo che sia un’azione ai limiti della truffa. Il lavoro va retribuito, le professionalità vanno riconosciute, l’impegno rispettato: possibile che questo benedetto Paese non lo riesca a capire? Ancor più quando garantiscono servizi essenziali come l’informazione, caposaldo della nostra democrazia. Azione che i giornalisti dell’Agenzia Dire svolgono con profonda professionalità e devozione. Non a caso l'Agenzia è inserita nel nuovo Elenco delle Agenzie di stampa di rilevanza nazionale per il triennio 2024-2026 appena pubblicato. I contributi del “Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione” a questo devono servire: a mantenere i livelli occupazionali, non i proprietari dell'azienda e loro manager. Per questo ho depositato un’interrogazione rivolta al nostro Governo per chiedere al nostro Presidente Giorgia Meloni se non ritenga opportuno revocare i contributi a chi licenzia. Mi fa piacere leggere che anche il sottosegretario Barachini sia solidale con i giornalisti: vorrà dire che sarà più facile trovare il supporto del governo a procedere in questa direzione”.  

Lo dichiara in una nota il senatore del Partito Democratico, Andrea Crisanti.