Ast, bavagli ai giornalisti: allarme dalla Toscana per le notizie bloccate. In preparazione il dossier "Procure blindate"

Dopo il comunicato congiunto, Ast-Consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Toscana, scritto per denunciare lo "stop alle notizie" dato dalla Procura della Repubblica di Firenze, da quasi tutta la Toscana sono giunte segnalazioni di "procure mute", che fanno filtrare solo qualche notizia, peraltro datata. L'Associazione Stampa Toscana invita dunque i Comitati di redazione e i fiduciari delle testate toscane a segnalare episodi e situazioni.

Pur consapevole della legge Cartabia, dell'emendamento Costa e di tutti i bavagli e bavaglini messi all'informazione, Ast si farà carico delle segnalazioni e metterà insieme un "dossier procure" da inviare al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presidente del Consiglio superiore della magistratura, e al Ministero di Grazia e Giustizia. Tutto questo, sia chiaro, non riguarda solo i giornalisti, ma soprattutto non dev'essere leso il diritto dei cittadini ad essere informati. Anche di un delitto o di una rapina sotto casa.



 

Ast e Odg: a Firenze non ci sono reati senza il "visto" del Procuratore. Appello dei giornalisti al Presidente Mattarella

Associazione Stampa Toscana e Consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Toscana sono costretti a denunciare che la comunicazione delle notizie di cronaca giudiziaria, ma anche dei semplici fatti di cronaca, a Firenze, ha raggiunto un punto di non ritorno, tanto che è ormai necessario parlare di un vero e proprio «caso Firenze». Il procuratore della Repubblica, Filippo Spiezia, interpretando in maniera assolutamente personale la normativa, ha creato una situazione nella quale ai giornalisti non viene data più alcuna informazione e, nei rari casi nei quali venga diffusa una notizia, ciò avviene a giorni di distanza dai fatti, con comunicati scarni, privi di elementi che consentano ai giornalisti di informare l’opinione pubblica su episodi anche molto gravi.

È stato introdotto una sorta di bavaglio preventivo: le forze dell’ordine (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza) sono state diffidate anche dalla diffusione delle semplici notizie di reati che accadono in strada, con la minaccia di avviare procedimenti penali contro chi violasse questa imposizione. Negli ultimi giorni vi sono state situazioni paradossali che riassumiamo a titolo di esempio: nel giro di tre notti, a partire da quella tra il 10 e l’11 ottobre, a Firenze si sarebbero verificati una violenza sessuale in strada nel centro storico, vittima una studentessa statunitense di 18 anni; un accoltellamento nel quartiere Campo di Marte, vittima un cittadino peruviano finito in prognosi riservata; un’aggressione ad altri due peruviani in via Pratese e due rapine in strada ai danni di una ventiduenne e di un ragazzo di un anno più giovane, sempre in centro storico.

Di fronte a ciò, le uniche notizie diffuse dalle Forze dell’Ordine su autorizzazione del Procuratore riguardano due notizie vecchie di una settimana: un arresto per un furto in casa e un altro arresto per spaccio. Ciò per precisa indicazione del Procuratore che pretende vi sia il suo visto anche su semplici notizie di cronaca anche prima che sia stato aperto un fascicolo. Insomma, senza il suo «timbro» formalmente nulla accade in città. Una prassi che non ha nulla a che vedere con quanto prevede la Legge Cartabia, nè con le norme sulla presunzione di innocenza.

L’atteggiamento di totale chiusura imposto dal vertice della Procura impedisce la funzione che la libera stampa svolge nell’ambito del dettato costituzionale e che è alla base del Media Freedom Act approvato dagli organismi europei e recentemente sottolineato con forza proprio dal Presidente della Repubblica,Sergio Mattarella, a cui facciamo appello, anche nel suo ruolo di Presidente del Csm.