E’ con gratitudine profonda che il 25 Aprile, festa della Liberazione, ricordiamo tutti coloro i quali si sono battuti per liberare il nostro Paese dalla dittatura e per restituire a tutti libertà, dignità, democrazia. Una gratitudine che, tra i giornalisti, è ancora più profonda perché non dimenticheremo mai che dobbiamo a chi si sacrificò allora, la libertà di oggi a svolgere il nostro lavoro senza dover accettare censure e imposizioni, per quel bene pubblico che è l’informazione al servizio di tutti i cittadini.
Il loro esempio ci deve guidare a batterci e a resistere per una nuova liberazione: quella da una crisi del settore che si vuole scaricare sulle spalle dei giornalisti, e che diventa ancor più inaccettabile nella situazione di pandemia che stiamo vivendo. Una crisi che coinvolge tutte le redazioni, pressate da pesanti ridimensionamenti e che rende ulteriormente insopportabile l’uso dissennato dei colleghi precari, autentici riders dell’informazione. Una crisi che non conosce confini di testate o di tipologia di media, che attanaglia anche le piccole strutture editoriali attraverso il crollo verticale degli investimenti pubblicitari.
Oggi, come 76 anni fa, c’è bisogno dello sforzo di tutti, dalle istituzioni ai cittadini, perché quella libertà conquistata con grande sacrificio, e a costo della vita, venga onorata concretamente attraverso la difesa del diritto all’informazione, che è prima di tutto il diritto dei giornalisti a vedere riconosciuta la dignità del proprio lavoro. Su questo, l'Associazione Stampa Toscana, sindacato unico ed unitario dei giornalisti, federato nella Fnsi, sarà sempre in prima linea in questa nuova resistenza. Al fianco e a sostegno dei colleghi.
Sandro Bennucci
Presidente Associazione Stampa Toscana