Ast: come (non) si racconta la violenza sulle donne. Interventi di Mimma Caligaris e Stefania Guernieri

Soprattutto sottolineando che cosa non si deve scrivere per evitare che azioni violente e malvagie trovino giustificazioni o, nel racconto, finiscano per ritorcersi contro le vittime. Per questo vi invito a leggere gli interventi, brevi ma incisivi, di Mimma Caligaris, presidente della Commissione Pari Opportunità della Fnsi, e di Stefania Guernieri, consigliera Ast e rappresentante della Toscana nella stessa Cpo.

Sandro Bennucci

 

Mimma Caligaris, presidente Commissione Pari Opportunità della Fnsi

“Il racconto della violenza non deve mai trasformarsi in un’altra violenza, ancora più grave, annientando una seconda volta la vittima, nell’affannosa ricerca di alibi per il colpevole. Il diritto di cronaca non può trasformarsi in un abuso e l’informazione non deve degenerare nel sensazionalismo”. 

“Non solo il 25 novembre, ma sempre, noi giornaliste e giornalisti dobbiamo usare le parole giuste e l’impegno quotidiano della Cpo Fnsi è, anche, ricordare quale straordinario strumento di cultura e di rispetto è il Manifesto di Venezia, perché la descrizione della realtà nel suo complesso è una tappa fondamentale per cambiare la società, verso una effettiva parità. Basta raptus, basta giganti uomini, basta gelosia, basta giustificazioni che hanno il solo risultato di uccidere di nuovo chi non ha più voce”. 

Stefania Guernieri, consigliera Ast e componente commissione Cpo

“Femminicidi, vendette, molestie, disparità economica, revenge porn, body shaming, slut shaming, hate speech. Le vittime sono sempre le donne in una società che continua ad essere maschilista e sessista e dove il web è colmo di parole di odio nei confronti delle donne. Il cambiamento passa anche dal linguaggio con il quale questi fatti vengono raccontati  e come giornaliste e giornalisti abbiamo una grande responsabilità nei confronti di chi legge i nostri testi e ascolta le nostre parole, con la nostra consapevolezza abbiamo il dovere di raccontare come la violenza contro le donne sia un fenomeno strutturale della nostra società che dobbiamo combattere ogni giorno per non rendere le donne doppiamente vittime”.