Contributo di:
Chiara Brilli e Cristiano Lozito, candidati per i giornalisti attivi
Stefano Fabbri, candidato per i giornalisti pensionati
Leonardo Testai, candidato per il Comitato amministratore di Inpgi2
Care colleghe e cari colleghi,
Abbiamo deciso di candidarci dalla Toscana per dare una mano a salvare l’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani, perché lo consideriamo un baluardo a presidio dell’autonomia della professione giornalistica e perché è un fondamentale strumento che ha consentito finora ai giornalisti in attività e a quelli in pensione di affrontare con dignità tutti i principali passaggi della loro vita lavorativa.
L’inpgi sta vivendo una fase difficilissima: è su di esso che chi editori hanno tentato, spesso riuscendovi, di scaricare il peso della profonda crisi del settore e contemporaneamente di togliere ossigeno all’istituto. E’ l’Inpgi che, come è giusto, deve farsi carico dei prepensionamenti derivati dagli stati di crisi delle aziende editoriali. E’ sempre l’Inpgi che, come è giusto, provvede a farsi carico degli ammortizzatori sociali e dell’indennità di disoccupazione. Ma è l’Inpgi, e questo non è giusto, che può contare su un numero sempre minore di contributi per il semplice motivo che gli editori svuotano le redazioni ma non assumono nuovi giornalisti o lo fanno con il contagocce. Una situazione generale alla quale anche la Toscana non sfugge: in ogni testata, realtà editoriale o luogo di lavoro giornalistico i colleghi sono costretti a misurarsi con questi problemi.
Per questo non crediamo siano possibili scorciatoie, magari suggestive ma poco praticabili, e che l’unica strada sia la tutela del buongoverno dell’Inpgi ed il rilancio del suo ruolo attraverso il contributo che tutti noi possiamo dare, a cominciare dall’impegno per assicurare all’Istituto nuova linfa attraverso l’inclusione di nuovi profili professionali e, soprattutto, dei tanti, troppi, colleghi che vivono una condizione di precariato ed il cui rapporto di lavoro deve invece essere ricondotto all’interno del contratto. Anche per il nostro impegno sindacale sappiamo che non c’è nessuna garanzia di futuro se non rimettiamo al centro la questione del lavoro, cercando di invertire una tendenza che ha impoverito l’intera categoria e che ora rischia di minare l’Inpgi.
Ci candidiamo perché vogliamo batterci per i colleghi in attività o che hanno perso il lavoro, contrattualizzati e precari, che hanno diritto di poter progettare il proprio futuro e per i colleghi che, magari dopo una vita professionale di decenni di lavoro complicati da una crisi che dura da troppo tempo, oggi sono in pensione e vedono minacciati i propri diritti.
Vi ricordiamo che si potrà votare per il rinnovo degli Organi dell’Inpgi dal 10 al 12 febbraio per via telematica ed il 15 ed il 16 febbraio, per chi lo desidera, al seggio allestito nei locali dell’Associazione Stampa Toscana.
Siamo a disposizione per ogni chiarimento e assistenza nelle operazioni di voto on line.
Un caro saluto e buon voto
Chiara Brilli, giornalista di Controradio, Consigliere nazionale Fnsi e componente del direttivo Ast, candidata al Consiglio generale Inpgi per i giornalisti attivi
Cristiano Lozito, giornalista de Il Tirreno, Consigliere nazionale Fnsi, candidato al Consiglio generale Inpgi per i giornalisti attivi
Stefano Fabbri, giornalista pensionato, Consigliere nazionale Fnsi e componente del direttivo dell’Ast, candidato al Consiglio generale Inpgi per i giornalisti pensionati
Leonardo Testai, giornalista free lance, collaboratore di Ansa e Corriere Fiorentino, ex Consigliere nazionale Fnsi , candidato alla Comitato amministratore di Inpgi 2.
Contributo di:
Olga Mugnaini e Simona Poli, candidati per i giornalisti attivi
Care colleghe, cari colleghi,
In qualità di consigliere uscenti in rappresentanza della Toscana, per prima cosa vi invitiamo a votare.
Il momento è estremamente delicato per l'intero universo dell'editoria e il ritrovarsi come categoria attorno al nostro istitituto è probabilmente un primo segnale positivo che possiamo dare anche all'esterno.
Dopo gli ultimi quattro anni di mandato, faticosissimi e sofferti, abbiamo deciso di ripresentare la nostra candidatura per proseguire nell'impegno di salvare l'Inpgi, che per moltissimi aspetti significa salvare la nostra professione. Questo vale per tutti, per chi lavora nella carta stampata, agenzie, radio, tv, uffici stampa.
Nonostante le drammatiche condizioni finanziarie in cui versa il nostro istituto di previdenza, un piano di salvataggio è stato individuato dal nostro Cda ed approvato dai ministeri competenti. Non resta che continuare a camminare sulla strada individuata e tentare così di raggiungere gli effetti contenuti nella riforma varata.
Sarà una sfida ardua, ma proposte alternative non ci sono.
La tenace battaglia per ottenere la legge che permetta l'allargamento della platea contributiva ai comunicatori, a partire dal 2023, è l'unica soluzione possibile e concreta, capace di mettere in salvo i conti dell’Inpgi a lungo termine. La legge ce l'abbiamo ed è attorno a questa che dobbiamo articolare tutti gli altri provvedimenti utili a superare questo periodio di gravissima difficoltà.
L'impegno è scongiurare il commissariamento, col rischio di confluire nell'Inps e di vedere drasticamente tagliate le notre future pensioni.
I calcoli sono già stati fatti e per dovere di informazione, vi alleghiamo un link dove è riportato il confronto fra i due differenti trattamenti. https://assostamparegionali.wordpress.com/2020/01/15/ecco-cosa-potrebbe-succedere-se-le-funzioni-dellinpgi-venissero-assorbite-dallinps/
Un caro saluto
Olga Mugnaini
Simona Poli
Contributo di:
Michele Manzotti e Lucia Zambelli, candidati per i giornalisti attivi
Noi vogliamo difendere le pensioni attuali e future. E cambiare l’INPGI per farlo vivere. La nostra lista si chiama “SOS INPGI – Garanzia pubblica per le pensioni” ed è nata da un’alleanza, a livello nazionale, formata da tutti coloro che pensano si possa e si debba voltare pagina per tutelare i giornalisti italiani e le loro pensioni. Per questo chiediamo la garanzia pubblica sulle pensioni in essere e future, studiando anche il ritorno all’INPGI interamente pubblico pre-1994: oggi siamo l’unica categoria di lavoratori dipendenti con una cassa previdenziale privatizzata sostitutiva dell’INPS e dobbiamo pretendere che lo Stato garantisca anche le nostre pensioni. Chiediamo anche la trasparenza degli atti in nome della rilevanza pubblica dell’INPGI, la riduzione dei componenti e dei costi del CdA e dei compensi dei dirigenti, la tutela di un patrimonio immobiliare gestito sinora con logiche finanziarie per rivalutarlo, l'ampliamento della base contributiva e la garanzia del pagamento dell’ex fissa.
Un caro saluto
Lucia Zambelli
Michele Manzotti