Ast: Inpgi 2, indennizzo per gli autonomi. E il Governo vuole estendere i 600 euro. Bonus baby sitting: domande subito

Il Governo, quindi, sta  varando un provvedimento che prevede l’indennizzo finora previsto in 600 euro (ma la cifra potrebbe aumentare per chi ha la partita Iva) per consentire di ammortizzare lo choc economico collegato all’emergenza coronavirus anche ai lavoratori autonomi iscritti a casse di previdenza private, come Inpgi 2, per i quali era stato finora previsto solo l’accesso al “reddito di ultima istanza”. A questo obiettivo sta lavorando il ministro del lavoro Nunzia Catalfo: “Sto emanando – ha annunciato oggi il ministro – un ulteriore decreto ministeriale per tutelare tutti gli autonomi iscritti alle casse di previdenza private. Ora stiamo scrivendo le nuove misure e  sicuramente i 600 euro per le partite Iva saranno confermati, anzi è allo studio un aumento. Stiamo prevedendo un indennizzo per coprire tutti i lavoratori”.

Il Comitato amministratore della Gestione separata dell’Inpgi ha disposto oggi l’indennizzo di 500 euro per i giornalisti autonomi che abbiano registrato, nel trimestre marzo-maggio 2020, una riduzione di almeno un terzo dei propri compensi rispetto al trimestre ottobre-dicembre 2019. Un criterio stabilito in analogia a quello previsto dal governo per la sospensione delle rate dei mutui per la prima casa. L’indennizzo sarà riconosciuto a coloro che non hanno la copertura sanitaria integrativa Casagit assicurata dall’Inpgi 2, né hanno coperture previdenziali, derivanti da altre attività lavorative, oltre a quella della Gestione separata Inpgi, svolgendo quindi la professione giornalistica autonoma in via non marginale e non percependo elevati compensi. Parametro di riferimento per questa valutazione sarà l’aver percepito nell’ultimo triennio un reddito professionale medio annuo compreso tra i 2.100 e i 30mila euro.
Prevista inoltre una dilazione dei versamenti dei contributi per coloro che nel 2019 abbiano conseguito un reddito esclusivamente da lavoro autonomo non superiore a 30mila euro. Il versamento del contributo minimo per l’anno 2020, previsto dal Regolamento entro il prossimo mese di luglio, potrà essere effettuato nel periodo che va dal 31 luglio 2020 fino al 31 ottobre 2021, senza sanzioni e interessi. Potrà essere versato in unica soluzione oppure, a richiesta, in un massimo di sei mesi. Il versamento del saldo per l’anno 2019, da effettuare entro il 31 ottobre 2020, potrà essere fatto in unica soluzione oppure dilazionato fino a 12 rate mensili (invece delle abituali tre rate). In questo caso, chi dovesse scegliere il versamento rateale non lo avrà gravato di interessi.

Il bonus baby sitting, infine, sarà riconosciuto anche per i lavoratori autonomi iscritti a gestioni diverse dall’Inps, quindi anche per i colleghi iscritti a Inpgi 2 che sono invitati a presentare la domanda il prima possibile. Il bonus (anche in questo caso 600 euro elevabili a 1.000), secondo il Decreto Legge n. 18/2020, è previsto per i lavoratori dipendenti con figli di età fino a 12 anni (oppure superiore, se disabili) al fine di usufruire di un periodo aggiuntivo di assenza dal lavoro a titolo di congedo parentale ovvero, in alternativa, di percepire un bonus per il pagamento di servizi di baby sitting. Il bonus ora è esteso a tutti i lavoratori autonomi, anche se iscritti a gestioni diverse dall’Inps e, quindi, possono usufruirne anche i giornalisti iscritti alla gestione separata dell’Inpgi. La norma ha attribuito all’INPS, vedi circolare n. 44 del 24 marzo 2020, il compito di gestire le risorse economiche appositamente stanziate dal Governo. Per quanto riguarda gli iscritti alla gestione separata dell’Inpgi, l’istituto ha già provveduto a comunicare all’Inps il numero dei potenziali beneficiari. Ma si raccomanda ai colleghi in possesso dei requisiti previsti dalla norma di presentare tempestivamente la domanda, poiché l’erogazione del bonus avverrà sino a concorrenza della copertura economica stanziata dal governo e, pertanto, le domande pervenute oltre il  superamento di tale limite saranno ricevute dall’Inps “con riserva” e poste in attesa di eventuali rifinanziamenti da parte dello Stato.