Violenza di genere, disparità occupazionale ed economica, ma anche stereotipi e pregiudizi, se da un lato sono sempre più presenti nel dibattito pubblico, dall'altro sono anche sempre più evidenti nel loro manifestarsi. Ad aggravare il già difficile scenario anche la pandemia, che ha travolto i diritti delle donne sia sul fronte dell'esposizione alla violenza fisica e psicologica, sia sul piano della precarizzazione e in molti casi della perdita del lavoro.
Alla luce di questo, diventa dunque stringente una corretta narrazione che insista sulla prevenzione e sull'educazione e che veda coinvolti in primis gli operatori dell'informazione per arrivare al pubblico.
L'Ast ribadisce il suo impegno nella realizzazione di percorsi di empowerment rivolti ai colleghi e alle colleghe per conoscere e applicare gli strumenti di cui disponiamo per arginare un linguaggio e una cronaca dell'abuso che alimenti un'asimmetria di genere nel godimento dei diritti reali.
Grazie ai corsi di formazione realizzati in collaborazione con le Istituzioni locali sul territorio toscano, all'importante presenza numerica e professionale delle colleghe all'interno del Consiglio direttivo e all'attività della Commissione pari opportunità, è continuo nel sindacato toscano dei giornalisti l'impegno comune per eliminare ogni radice culturale fonte di disuguaglianza di genere cui “non è un problema delle donne e non solo alle donne spetta occuparsene”. “La descrizione della realtà nel suo complesso, al di fuori di stereotipi e pregiudizi, è il primo passo per un profondo cambiamento culturale della società e per il raggiungimento di una reale parità”, come ribadito nel Manifesto di Venezia per il rispetto e la parità di genere nell'informazione contro ogni forma di violenza e discriminazione, attraverso parole e immagini.