Ast: Poligrafici Editoriale condannata dal giudice per comportamento antisindacale. E mozione del Consiglio regionale in difesa di Nazione e Tirreno

L'Associazione Stampa Toscana si complimenta per l'azione rapida e determinata del Coordinamento, al quale aveva manifestato solidarietà e appoggio fin da subito, rispondendo anche direttamente alle minacce aziendali, ricordando che azione sindacale e diritto di sciopero non possono essere sottoposti a pressioni o censure.

Di seguito si riporta il comunicato del Coordinamento dei Cdr del Gruppo (La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno, Quotidiano Nazionale) e, più sotto, anche la mozione votata all'unanimità, oggi 4 dicembre, dal Consiglio regionale (primi firmatari Francesco Gazzetti per il Pd e Jacopo Alberti per la Lega) nella quale si esprime piena solidarietà dalla più alta Assemblea della Toscana, sia alla Nazione sia al Tirreno, che è alle prese con un durissimo piano di esuberi riguardante i poligrafici e anche con un mutamento di proprietà che dev'essere attentamente monitorato. L'Associazione Stampa Toscana ribadisce la sua vicinanza al Cdr e a tutti i colleghi del Tirreno, dichiarandosi pronta a sostenerli in qualsiasi iniziativa, d'intesa con la Federazione Nazionale della Stampa.

 

Il comunicato del Coordinamento dei Cdr della Poligrafici Editoriale

Bologna, 4 dicembre 2019

Il Tribunale del Lavoro di Bologna ha condannato per comportamento antisindacale la Poligrafici Editoriale, il cui legale rappresentante è Andrea Riffeser Monti, presidente della Fieg.

L'Associazione Stampa dell'Emilia Romagna, difesa dall'avvocato Alberto Piccinini, aveva chiesto al Tribunale, raccogliendo le istanze del Coordinamento dei Cdr del Gruppo, di accertare l'antisindacalità del contenuto minaccioso ed intimidatorio di due comunicati della Poligrafici Editoriale, rivolti ai Cdr in occasione dello sciopero proclamato dai medesimi contro l’intenzione manifestata dalla società di procedere con un nuovo contratto di solidarietà il cui presupposto legale, rapportato alle ore di solidarietà prospettate, avrebbe comportato un esubero di 112 giornalisti nelle testate di Qn, Quotidiano.net, Il Resto del Carlino, la Nazione e Il Giorno.

L'editore aveva annunciato l'intenzione di voler denunciare i Cdr per manipolazione del mercato ai sensi dell’art. 185 T.U.F.

L’ASER aveva inoltre denunciato la violazione degli obblighi di informazione previsti dal contratto collettivo e dal protocollo di cui all’allegato D dello stesso contratto. Infine il sindacato aveva censurato il tentativo della Poligrafici di limitare la durata di una assemblea sindacale proclamata per due ore.

La Giudice Emma Cosentino, ha accolto tutte le domande proposte con il ricorso accertando l'antisindacalità del comportamento tenuto dall'editore Andrea Riffeser Monti, definendo i suoi comunicati “ dichiarazioni offensive e intimidatorie” in quanto “i rappresentanti sindacali venivano di fatto screditati quali falsi e bugiardi..., nonché incompetenti e pericolosi.”

Ha inoltre considerato antisindacali le ulteriori condotte denunciate, relative agli obblighi di informazione e al diritto di assemblea , condannando per questo la Poligrafici Editoriale alla pubblicazione entro 10 giorni del decreto sui principali quotidiani nazionali in caratteri doppi del normale e al pagamento delle spese di giudizio.

“Questa sentenza dimostra che avevamo ragione: il nostro sciopero era legittimo, non abbiamo mai detto bugie e soprattutto era assurdo che un editore limitasse il diritto alla protesta dei propri giornalisti”, dichiara Matteo Naccari, presidente del'Aser.

“Le dichiarazioni dei Cdr sono state sempre veritiere: quegli esuberi erano stati dichiarati a un tavolo sindacale e l'azienda ha solo cercato di tapparci la bocca con minacce e intimidazioni inaccettabili, limitando anche il nostro diritto di espressione”, afferma il Coordinamento dei Cdr della Poligrafici editoriale.

 

Consiglio regionale della Toscana: Tirreno e Nazione, approvate all'unanimità mozioni contro il taglio di poligrafici e giornalisti

Firenze – Solidarietà verso i lavoratori poligrafici del Tirreno di Livorno, dove sono a rischio 30 dei 50 posti di lavoro, e ai 10 dipendenti della filiale livornese della società Manzoni, per i quali è previsto il trasferimento alla sede centrale di Milano. E solidarietà ai giornalisti de La Nazione, che hanno scioperato contro la nuova grafica del giornale e il Piano industriale “che prevede solo tagli al corpo giornalistico e nessun investimento o rilancio”. È quanto esprimono nella parte narrativa due diverse mozioni approvate all’unanimità, senza discussione, dal Consiglio regionale. La prima mozione, quella riguardante i lavoratori del Tirreno e della società Manzoni, è stata presentata dal gruppo Pd, primo firmatario Francesco Gazzetti.  La seconda mozione, riguardante i giornalisti de La Nazione, è stata invece presentata dal gruppo della Lega, primo firmatario Jacopo Alberti, e sottoscritta da Maurizio Marchetti (FI) e Paolo Marcheschi (FdI).

L’atto presentato dal Pd impegna la Giunta regionale “ad attivarsi, qualora richiesto dalla forze sindacali, per costituire un tavolo di crisi regionale che si occupi” della situazione occupazionale dei lavoratori poligrafici operanti nella sede del Tirreno di Livorno e dei dipendenti livornesi della concessionaria di pubblicità Manzoni.

Nella parte narrativa dell’atto di indirizzo si ricorda che la crisi si è aperta il 13 novembre scorso, con l’annuncio di un piano di esuberi da parte del gruppo editoriale Gedi, una delle principali imprese multimediali italiane che nel settore della carta stampata pubblica i quotidiani la Reppublica, la Stampa, il Secolo XIX e, in Toscana, tutte le edizioni del Tirreno di Livorno, che sono diffuse nelle province di Pisa, Lucca, Pistoia, Grosseto, Massa Carrara, Prato e Firenze. Gedi, inoltre, controlla anche la concessionaria di raccolta pubblicitaria Manzoni.

Il gruppo Gedi, nella comunicazione ai sindacati, ha motivato il piano di esuberi per 121 poligrafici a livello nazionale, 30 dei quali, su un totale di 50,nella sede del Tirreno di Livorno, con “l’andamento del mercato, che registra un ulteriore calo di vendita dei quotidiani”, con conseguente contrazione degli introiti di vendita e dei ricavi pubblicitari.

I firmatari, citando i dati diffusi recentemente da Irpet durante un convegno con Corecom e Regione, ricordano che la vertenza Gedi va a colpire un settore, quello dell’informazione, che “allo stato attuale, presenta in Toscana un quadro piuttosto critico” e sottolineano che, sebbene la flessione di settore sia stata definita da Irpet “sensibile ma non disastrosa”, negli ultimi dieci anni “si registra la perdita del 5,6 per cento di base imprenditoriale e il 5,2 per cento di addetti”.

In narrativa viene ricordato, infine, che i lavoratori poligrafici “per sei anni hanno mostrato già la loro disponibilità nel venire incontro alla richiesta dell’azienda”, accettando di “ricorrere ai contratti di solidarietà, quindi perdendo parti importanti del proprio salario”. E si dà atto alla Regione di essersi sempre “interessata alle crisi che hanno interessato organi di stampa locale e regionale”, mettendo in atto anche “misure di sostegno diretto al settore, come il recente bando per la concessione di contributi alle imprese di informazione”.

Per quanto riguarda la mozione presentata dalle opposizioni di centrodestra a sostegno dei giornalisti de La Nazione e delle altre testate del gruppo Riffeser, i proponenti chiedono alla Giunta “di attivarsi, qualora richiesto dalle organizzazioni sindacali, presso l’azienda al fine di riportare le parti al dialogo, con la prospettiva di una soluzione positiva della vertenza o dell’apertura di un tavolo regionale di trattative”. Alla Giunta viene chiesto comunque di monitorare la situazione, “al fine di seguire le vicende che riguardano in particolare i lavoratori toscani” del gruppo. Infine, alla Giunta si chiede di adoperarsi, per quanto di propria competenza, “presso i ministeri e il Parlamento affinché queste istituzioni si impegnino concretamente a trovare soluzioni alla crisi dell’editoria che coinvolge, a vario titolo, tutte le aziende del settore in Italia”.

Alberti e gli altri firmatari della mozione, motivano le loro richieste ricordando che La Nazione, oltre a essere il primo vero quotidiano italiano fin da suo esordio nel 1859, è “il principale quotidiano di Firenze, distribuito su tutto il territorio nazionale” e che “è particolarmente diffuso in Toscana, Umbria e nella provincia di La Spezia con molte edizioni locali”. Inoltre, ricordano che la Regione persegue, tra le sue priorità, “il diritto al lavoro e adeguate forme di tutela della dignità dei lavoratori” e “la promozione dei diritti al pluralismo dell’informazione e della comunicazione”.