L’evento, introdotto dal presidente AST, Sandro Bennucci, si è aperto con i saluti istituzionali del consigliere delegato alla Protezione civile, Massimo Fratini, che ha sottolineato il valore e la grande responsabilità della professione giornalistica nel raccontare le emergenze, alla luce delle nuove norme. Il Dlgs numero 1 del 2018 – ha spiegato Fratini – ha cambiato radicalmente il ruolo del cittadino, da soggetto passivo dell’emergenza a soggetto attivo con obblighi e doveri di conoscenza e rispetto delle disposizioni, da cui possono derivare anche sanzioni o condizioni che, in base ai comportamenti personali, possono arrivare a incidere sui risarcimenti per sinistri causati da eventi emergenziali. È quindi determinate – ha concluso Fratini – il ruolo dell’informazione giornalistica su cui si basa la necessaria consapevolezza civica e sociale sull’emergenza, prevista dalle nuove norme attualmente in corso di applicazione.
A seguire il dottor Eugenio Di Agosta, viceprefetto aggiunto, in rappresentanza del prefetto, Francesca Ferrandino, che esposto le funzioni di coordinamento e le competenze della Prefettura di Firenze nelle emergenze: nell’assicurare un costante flusso e scambio informativo con il Dipartimento della protezione civile, la Regione, i Comuni. La Prefettura, curando l’attuazione del piano Provinciale di Protezione Civile assume nell’immediatezza dell’evento, in raccordo con il presidente della Giunta Regionale, la direzione unitaria di tutti i servizi di emergenza da attivare a livello provinciale, e li coordina con gli interventi messi in atto dai comuni interessati, anche al fine di garantire gli interventi di primo soccorso alla popolazione. Inoltre, promuove e coordina l’adozione dei provvedimenti necessari per assicurare l’intervento delle strutture dello Stato presenti sul territorio provinciale. Particolarmente rilevante per assolvere a questi compiti – ha precisato Di Agosta – è l’impegno della Prefettura nella pianificazione e preparazione agli scenari emergenziali con responsabilità nella valutazione dei rischi connessi a impianti industriali, siti dedicati allo smaltimento dei rifiuti, incendi, sicurezza radiologica, emergenze ferroviarie, meteorologiche e i relativi impatti sulla viabilità. A queste competenze – ha concluso Di Agosta – si aggiungono quelle relative alla ricerca di persone scomparse e alla messa in sicurezza degli ordigni bellici rinvenuti casualmente sul territorio. Infine, si affiancano ai compiti prefettizi di Protezione Civile, quelli di Difesa civile dedicata alla protezione da minacce dolose.
Leonardo Ermini, Responsabile Protezione civile della Città Metropolitana fiorentina ha illustrato ruoli, funzioni e responsabilità della Centrale operativa, delle diverse strutture di coordinamento in funzione delle caratteristiche delle varie emergenze, in base al rispettivo livello di gravità. Oltre al Corpo nazionale dei vigili del fuoco possono essere impegnate nelle operazioni di Protezione civile le Forze armate, la Polizia, gli enti e istituti di ricerca di rilievo nazionale con finalità attinenti alla materia, le strutture del Servizio sanitario nazionale, il volontariato organizzato e associazioni come la Croce Rossa italiana, oltre al Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente e le strutture competenti per i servizi meteorologici italiani. Concorrono alla protezione civile anche gli ordini e collegi professionali, gli enti, istituti e agenzie che svolgano funzioni attinenti e altre organizzazioni pubbliche o private con competenze utili in questo ambito. Tra le attività di Protezione Civile Ermini ha posto l’attenzione sulla previsione degli scenari, la previsione e mitigazione dei rischi, la gestione delle emergenze e della fase del loro superamento. In concluse ha ribadito l’importanza dei Piani di Protezione civile e della corretta informazione da parte dei media in tutte le fasi dell’impegno emergenziale.
Federico Panichi, Responsabile forestazione e funzionario tecnico della sala operativa di Protezione Civile ha affrontato il tema dell’antincendio boschivo, argomento importante per la Toscana la cui superficie è composta per il 47% da aree boschive. Da gennaio a settembre 2022 nella nostra regione sono stati eseguito 1180 interventi, 591 per incendi boschivi e 589 per incendi di vegetazione, oltre ai Vigili del fuoco sono stati impegnati 4150 volontari e 500 operatori forestali. Anche in quest’ambito è stata ribadita l’importanza degli organi di informazione, soprattutto per la sensibilizzazione sulla prevenzione dei rischi e i corretti comportamenti dei cittadini a tutela del patrimonio boschivo e della sicurezza pubblica.
La seconda parte dell’evento formativo ha registrato il saluto del presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, Giampaolo Marchini, che si è complimentato con l’AST per l’alta qualità di questo corso, particolarmente interessante, perché strutturato come una conferenza stampa, secondo un modello didattico intelligente e innovativo che potrebbe rappresentare un modello per avvicinare sempre più colleghi alla formazione obbligatoria, cosa che sta avvenendo con successo nella nostra regione.
Daniele Sforzi, esperto in Protezione civile e tecnico di sala operativa ha evidenziato le criticità di una convivenza a volte non semplice con il mondo della comunicazione in generale, in particolare per quanto riguarda la diffusione rapida e incontrollata di notizie sul web e sui social. Una situazione che responsabilizza maggiormente i giornalisti come attori del sistema dell’emergenza soprattutto sui temi della prevenzione e dell’informazione al servizio delle comunità.
La dottoressa Valentina Grasso in qualità di referente della comunicazione del Consorzio LaMMA ha affrontato il tema dell’informazione rispetto all’incertezza scientifica che è ineliminabile in qualunque previsione meteorologica. Nell'introduzione, Sandro Bennucci ha ricordato il professor Giampiero Maracchi, grande animatore del Lamma, con il quale inventò, su "La Nazione", l'espressione "bomba d'acqua", divenuta poi di uso comune per indicare una pioggia violenta e devastante, dopo l'alluvione del 1996 nell'Alta Versilia, La dottoressa Grasso ha affermato che, rispetto a un evento climatico, il rischio e la sua percezione sono condizionati da questa incertezza e anche con la migliore comunicazione non è possibile eliminare il margine d’errore in quanto connaturato al dato scientifico.
I fenomeni complessi come il clima sono ancora condizionati da variabili tecnicamente imprevedibili. La previsione a 36 ore di un temporale non è ancora possibile, se non in termini di condizioni favorevoli di potenziale generazione del fenomeno. In questo senso il concetto di falso allarme – ha concluso Grasso – può essere pericoloso perché genera nel senso comune un sentimento di sottovalutazione e quindi di falsa sicurezza, oltre che di sfiducia in un sistema utile per la sicurezza dei cittadini come le previsioni meteo.
Ha concluso l’evento formativo, prima della visita alla Centrale operativa, l’intervento del giornalista Michele Brancale dell’Ufficio stampa della Città metropolitana, ricordando la funzione della struttura di cui è responsabile come filtro fra i giornalisti e la Protezione civile. Determinante - ha sottolineato Brancale - è la sinergia con l’Ufficio stampa della Prefettura ed una corretta gestione dei ruoli istituzioni nelle funzioni di comunicazione ai cittadini in condizioni di emergenza, per assicurare il doveroso e legittimo esercizio del diritto di cronaca, ma evitando i gravi rischi dell’allarme sociale.