«Il risarcimento che la Corte ha riconosciuto ad Alessandro Sallusti per essere stato condannato ad una pena detentiva – proseguono – rappresenta un atto di messa in mora del Parlamento e del Governo italiani che continuano ad ignorare tutte le proposte di legge tese a depenalizzare la diffamazione e a contrastare le querele bavaglio, ormai diventate la forma più diffusa di minaccia ai cronisti e alla libertà di stampa. Cancellare il carcere non significa, infatti, riconoscere ai giornalisti una sorta di impunità. La diffamazione va sanzionata, ma il carcere, come nel caso di Sallusti, è incompatibile con la libertà di espressione e con l'articolo 21 della Costituzione».