"La Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) ha ripetutamente dichiarato illegittimi perquisizioni e sequestri nei confronti dei giornalisti, rilevando l'effetto deterrente di tali provvedimenti riguardo ai diritti dell'informazione, in quanto costituiscono una violazione delle fonti dei cronisti. Ciò nonostante le Procure italiane continuano a mandare la polizia giudiziaria nelle redazioni e nelle abitazioni dei giornalisti per poi fare copia forense del contenuto di smartphone e pc dei cronisti, con l'obiettivo di scoprire chi fornisce loro le notizie. L'ultima iniziativa in tal senso è della Procura di Firenze, nei confronti di un giornalista del Corriere fiorentino, accusato di concorso in rivelazione di segreto d'ufficio"
A sottolinearlo, in una nota, è il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti. Il Cnog "ribadisce che le fonti dei giornalisti sono tutelate sia direttamente che indirettamente, perché garanzia di un'informazione libera e indipendente, e che sono in violazione della Convenzione europea i provvedimenti finalizzati ad individuare chi fornisce notizie ai cronisti. La Cedu ha più volte sanzionato gli Stati per perquisizioni e sequestri non consentiti: la magistratura italiana - conclude la nota - deve dunque adeguarsi alla giurisprudenza europea, che consente il ricorso a questi strumenti nei confronti dei giornalisti soltanto in casi eccezionali".