Collaboratore del Tirreno aggredito e minacciato. Ast: basta violenze sui giornalisti, intervenga il prefetto

Tutto questo è assolutamente intollerabile. L'Ast si schiera decisamente con il collaboratore del Tirreno e anche con il direttore, Stefano Tamburini, con il Cdr e con tutto il corpo redazionale della testata, pronta ad affiancarli in  qualsiasi iniziativa vogliano intraprendere per ottenere giustizia. Ma il sindacato dei giornalisti richiama, ancora una volta, l'attenzione del prefetto di Livorno, Paolo D'Attilio, e delle forze dell'ordine, affinchè il lavoro dei cronisti venga tutelato in ogni forma, soprattutto in momenti di forte fibrillazione sociale come quello che stiamo vivendo. 

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Giani: “Siano presi adeguati provvedimenti”

“Un atto grave, per il suo fare intimidatorio - scrive Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana - ma anche perché volto a limitare uno dei capisaldi della democrazia: quello del diritto dei cittadini ad essere informati e dei giornalisti ad informare”.

Il presidente della Toscana Eugenio Giani prende posizione sull'episodio che ha visto un collaboratore del quotidiano “Il Tirreno” minacciato durante una manifestazione davanti alla sede dell'Autorità portuale di Livorno. Non è la prima volta che casi simili accadono a Livorno.

Il cronista, come racconta il quotidiano e denunciano il sindacato dei giornalisti e l'Ordine della Toscana, sarebbe stato avvicinato da un uomo che, dopo aver dichiarato di essere un poliziotto, ha minacciato di buttarlo in acqua e preteso che cancellasse gli appunti che aveva sul cellulare. Nessuna delle persone vicine sarebbe intervenuta. “Mi auguro - conclude Giani - che le autorità chiariscano velocemente quanto accaduto e prendano adeguati  provvedimenti”. Sindacato e Ordine hanno scritto una lettera al prefetto.
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Mazzeo: "Le istituzioni tutelino la libertà di stampa"

“Voglio esprimere - scrive Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale -  la mia personale solidarietà e vicinanza, e quella di tutto il Consiglio regionale che rappresento, al giovane cronista minacciato a Livorno, al direttore e a tutti i giornalisti de il Tirreno. Come denuncia l’Associazione Stampa Toscana, l’aggressione di cui è stato vittima il giornalista è particolarmente grave: sia perché si tratta di un atto di violenza intimidatoria inaccettabile, sia perché volta a impedire il diritto costituzionale del giornalista di informare e quello dei cittadini di essere informati". Lo dichiara il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo.

"Di fronte a queste azioni - prosegue Mazzeo - non ci si deve girare dall’altra parte e fa bene l’Ast a chiedere che le istituzioni preposte garantiscano sempre e ovunque la libertà di stampa, bene essenziale di qualsiasi democrazia. Chiedo, a nome di tutto il Consiglio regionale, che sia fatta piena luce su quanto accaduto e che se ne accertino le responsabilità affinché i responsabili ne rispondano davanti alla giustizia”.

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Il comunicato del Cdr de Il Tirreno

L'aggressione e le minacce avvenute mercoledì pomeriggio davanti alla sede dell'Autorità Portuale di Livorno verso un collaboratore del nostro giornale rappresentano un gesto grave e purtroppo non isolato.

Il Comitato di Redazione del Tirreno condivide la scelta della direzione e dell'editore di procedere per vie legali per tutelare il collega e per difendere la libertà di stampa.

L'intolleranza nei confronti di chi svolge un ruolo essenziale per la democrazia è una questione che non può più essere taciuta o sottovalutata: quotidianamente assistiamo a violenze verbali e offese sui social network contro chi lavora con serietà e professionalità per informare i cittadini. Questa violenza virtuale, vigliacca e intollerabile, si trasforma sempre più spesso in violenza fisica.

Meno di un anno fa - era marzo 2020 - ci trovavamo a scrivere riflessioni simili per un collega aggredito con una spranga in piazza Grande a Livorno da un edicolante a cui si era rivolto per raccogliere una testimonianza sull’importanza del ruolo delle edicole e sul loro contributo all’informazione nei giorni drammatici di inizio pandemia. Altri episodi di eguale gravità si sono verificati nei mesi successivi in altre città toscane.
Ora ci risiamo: un altro collega aggredito, mentre stava svolgendo il proprio lavoro di cronista, peraltro per dar voce all'associazione di cui l'aggressore era membro, da un uomo che si è spacciato per poliziotto, accerchiato, costretto a consegnare il telefonino, a vedersi cancellare di forza gli appunti, minacciato di essere buttato in mare. E nessuno di chi era presente che sia intervenuto per difenderlo.

Il Comitato di Redazione condivide il richiamo dell'Associazione Stampa Toscana, sindacato di categoria dei giornalisti, al prefetto di Livorno e alle forze dell'ordine, affinchè il lavoro dei cronisti venga tutelato in ogni forma, soprattutto in momenti di forte fibrillazione sociale come quello che stiamo vivendo. Al collega la massima solidarietà.