Consiglio d’Europa: «Gli Stati garantiscano la sostenibilità finanziaria del giornalismo di qualità»

Gli Stati – scrive il Comitato – sono tenuti a garantire l’indipendenza dei media e ad adottare misure che permettano l’effettivo esercizio della libertà di stampa, garantito dall’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, con azioni positive come regimi fiscali vantaggiosi, programmi di sostegno finanziario, possibilità per gli editori e per i giornalisti di creare organizzazioni che usufruiscano di vantaggi come quelli previsti per le organizzazioni non profit.

Da un lato, i modelli tradizionali di business basati sulla pubblicità sono stati scardinati dalla digitalizzazione, dall’altro lato poco si fa per garantire interventi concreti e di supporto al giornalismo di qualità: una situazione drammatica per la stampa che si traduce in perdita di posti di lavoro, ridotta copertura delle notizie, deterioramento delle condizioni di lavoro dei giornalisti e mancanza di pluralismo.

Nessun dubbio, poi, che la crisi rende i giornalisti vulnerabili, con maggiori rischi e diffusione di un clima di censura o di autocensura. Di qui la necessità di interventi, al di là del servizio pubblico, da parte delle autorità nazionali volti a permettere l’esercizio del giornalismo, anche con interventi di carattere finanziario, nel rispetto del principio di trasparenza.

Il Comitato dei ministri, inoltre, lancia l’allarme sulle piattaforme online, spesso veicolo di disinformazione. In particolare, manca un’adeguata trasparenza «nel modo di selezionare e classificare le notizie». Così, come preoccupa l’assenza di redistribuzione delle entrate delle piattaforme online a coloro che forniscono notizie.

Intanto, dal rapporto della piattaforma per la protezione del giornalismo e della sicurezza dei giornalisti, istituita dal Consiglio d’Europa, risulta che l’Italia è il Paese Ue con il più alto numero di messaggi di allerta, inseriti nella piattaforma, relativi a rischi per i giornalisti. Con un ulteriore dato negativo, ossia la completa noncuranza delle autorità di governo che non rispondono alle segnalazioni. Senza dimenticare – si legge infine nel rapporto – che due ministri, Di Maio e Salvini, divulgano messaggi ostili nei confronti della stampa.