L'assemblea del "Corriere della Sera" - di cui sono parte integrante, dopo la fusione per incorporazione, anche i colleghi che lavorano per il dorso "Corriere Fiorentino" - ha proclamato uno sciopero di giorni: il giornale, salvo novità dell'ultim'ora, non sarà in edicola sabato 10 e domenica 11 giugno 2023.
L'Associazione Stampa Toscana, che è più volte intervenuta al fianco dei colleghi della redazione di Firenze (articoli 1 e collaboratori), esprime non solo solidarietà ma si dichiara pronta a fornire, come sempre, assistenza sindacale e, se necessario, legale, mettendo a disposizione la sua struttura e i consulenti.
Il comunicato del Cdr che ha rassegnato le dimissioni
L’assemblea dei giornalisti del Corriere della Sera ha bocciato l’ipotesi di accordo raggiunta dal Cdr dopo una trattativa con l’azienda per portare avanti le istanze della redazione e dopo la proclamazione di due giorni di sciopero. Uno sciopero che era stato deciso all’unanimità di fronte al rinnovato e reiterato peggioramento delle relazioni sindacali. Dopo mesi di confronto, infatti, l’azienda non aveva dato risposte alle nostre istanze: il rinnovo dell’accordo di smart working, il premio di risultato e l’aggiornamento professionale, messo in discussione dopo oltre vent'anni.
Il tavolo si stava chiudendo con la proroga dello smart working per 12 mesi, un premio di risultato per il 2023 e una rimodulazione dell’aggiornamento professionale. Le risposte arrivate a fine della trattativa tra Cdr e azienda, però, non hanno convinto l’assemblea che ha deciso, nella sua sovranità, di confermare i due giorni di sciopero dalla mezzanotte di venerdì alla mezzanotte di sabato. Il Cdr rassegna le immediate dimissioni.
Il Cdr giornale