Un trend di violenza in costante crescita quello evidenziato dal Servizio Analisi Criminale: nei primi tre mesi del 2021 sono stati già registrati 63 episodi (+50% rispetto al primo trimestre 2020), in quasi un caso su due (42%) arrivati tramite web. Lazio, Toscana, Lombardia, Sicilia, Puglia ed Emilia Romagna le regioni più colpite (con 45 casi su 63, pari al 71% del totale). Le donne l'obiettivo privilegiato degli odiatori, con tutto quello che questo comporta in termini di insulti e minacce di tipo sessista.
«È estremamente preoccupante che alla vigilia del 25 aprile bande nazifasciste possano continuare a minacciare chi fa il proprio dovere al servizio del diritto dei cittadini ad essere informati. Occorre imporre il rispetto della Costituzione dentro e fuori la rete», è la riflessione del presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, a margine della videoconferenza. «Stiamo preparando un dossier completo – aggiunge – che il 3 maggio, Giornata mondiale della libertà di stampa, consegneremo al presidente della Camera Roberto Fico, anche per chiedere che finalmente la politica, oltre ad esprimere solidarietà, decida di approvare norme a tutela del diritto di cronaca».
Alla riunione hanno portato le loro testimonianze giornaliste e giornalisti minacciati Paolo Berizzi, Angela Caponnetto, Asmae Dachan, Graziella Di Mambro, Chiara Giannini, Antonella Napoli, Nello Scavo, e i rappresentanti delle forze di Polizia: il generale di Brigata dei Carabinieri, Giuseppe De Riggi; il direttore del Servizio Polizia Postale, Nunzia Ciardi; il colonnello della Guardia di Finanza, Massimiliano Di Lucia; il dottor Fabrizio La Vigna e il dottor Enrico Palermo della Polizia di Stato.
Il prefetto Rizzi, che presiede l'Organismo, ha affermato che «il fenomeno dell'odio in rete e delle minacce ai giornalisti, in modo particolare in questo difficile momento che la nostra società sta vivendo, è costantemente monitorato dalle Forze di Polizia e seguito con grande attenzione dal ministro dell'Interno».
In chiusura dei lavori, Giulietti ha infine rilanciato l'esigenza di programmare incontri specifici su alcune realtà territoriali, come il Lazio, la Lombardia e la zona di Foggia, e auspicato una ancora più stretta sinergia per contrastare il fenomeno, coinvolgendo, oltre al Viminale, anche il ministero della Giustizia, il Garante per la privacy, la commissione Antimafia.
Proposta subito accolta dal presidente del Comitato per le intimidazioni ai cronisti della Commissione, Walter Verini, che ha chiuso la riunione. «Difendere il lavoro dei cronisti – ha ricordato Verini – significa difendere la libertà di informazione».