Dai capelli di Leonardo ai “buchi neri”: giornalisti nel labirinto dell’informazione scientifica. Seminario Ast-Università di Firenze

E’ stato il presidente dell’Ast Sandro Bennucci che, aprendo i lavori, ha fatto l’esempio della ciocca di capelli del genio di Vinci che si è conquistata molte prime pagine, aprendo una serrata polemica nella quale poche sono le evidenze scientifiche che possano assicurare la veridicità della notizia. I contatti con fonti accreditate, le verifiche incrociate e la raccolta di elementi oggettivi sono attività essenziali del giornalismo in tutti i settori, ma che nell’informazione scientifica assumono un ruolo ancora più importante e la necessità della massima accuratezza. A parlarne per prima è stata Enrica Battifoglia, caposervizio dell’informazione scientifica dell’Agenzia ANSA, che oltre a tali temi si è riferita alla questione del linguaggio con il quale comunicare anche le grandi scoperte scientifiche al grande pubblico. Tutti gli interventi che si sono susseguiti nella mattinata di lavoro si sono misurati con questi temi da diverse angolazioni, offrendo contributi specifici tra i quali quelli di Franco Bagnoli, docente di Fisica a Firenze, promotore dei Caffè Scienza, incontri di divulgazione scientifica a tu per tu con i ricercatori e delegato del Rettore Luigi Dei (il cui saluto è stato portato dal prorettore Laura Solito) per le iniziative legate ai temi della sostenibilità, di Antonella Salvini, docente di Chimica e presidente di OpenLab, il servizio di divulgazione della cultura scientifica dell’Unifi nato circa 20 anni fa al campus di Sesto Fiorentino, e della giornalista dell’Ufficio stampa dell’Ateneo fiorentino Silvia D’Addario. A conclusione del seminario i partecipanti hanno potuto visitare la Sala della Balena, un allestimento immersivo che ruota attorno allo scheletro del cetaceo preistorico circondato da una ricca fauna fossile, testimonianza della comunità marina che si è venuta a creare attorno al cetaceo adagiatosi sul fondale. Stefano Dominici, curatore del Museo di Paleontologia e geologia del Sistema Museale dell'Ateneo fiorentino (SMA) ha messo in luce non solo le caratteristiche di assoluto valore del reperto (risalente al Pliocene e lungo 10 metri, è stato rinvenuto nel 2007 presso Orciano Pisano, in un campo coltivato, alla profondità di appena 50 cm) ma ha spiegato il progetto di comunicazione e di divulgazione scientifica che sta dietro all'allestimento, realizzato anche per affrontare il tema della sostenibilità ambientale e per raccontare il lavoro del paleontologo.