«Le risorse sono ingenti. Non so se sufficienti per rispondere a tutte le
esigenze del settore editoriale in un momento come questo. Ma abbiamo voluto
fare uno sforzo, importante, per dare sostegno alle realtà che dovranno essere
in grado di poter stare sul mercato dopo aver ricevuto risorse e interventi».
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Informazione e
all'Editoria, Alberto Barachini, intervistato dal Sole 24 Ore, martedì 4 luglio
2023, si sofferma sui contenuti nel 'Fondo Straordinario per gli interventi di
sostegno all'editoria 2023', con una dotazione di 140 milioni di euro rispetto
ai 90 del 2022, che entro pochi giorni sarà alla firma.
«Tutto - spiega - avviene a valle di un lavoro iniziato con l'insediamento del
governo di cui faccio parte. È evidente che la prima cosa da fare è stata
operare una ricognizione di misure e risorse a disposizione. La seconda
indagine è stata fatta ascoltando istanze e bisogni dell'editoria tradizionale
e di quella digitale. Alla base c'era e c'è la necessità di accompagnare
integrazione, innovazione e occupazione. Sono i tre concetti chiave».
Nel complesso, prosegue Barachini, «ci siamo mossi con grande determinazione
anche per sostenere gli editori, alle prese in quest'ultimo anno evidentemente
con una tensione legata all'aumento dei costi, fra materie prime ed energia.
Nella ripartizione del Fondo straordinario abbiamo innalzato il contributo per
le copie cartacee, che rappresentano il cuore dei costi, ma anche del business
per gli editori. Abbiamo più che raddoppiato la dote, da 28 a 60 milioni di
euro, facendo salire il contributo per copia diffusa a 10 centesimi».
E ancora: «Abbiamo rafforzato la cifra a disposizione per le nuove assunzioni
strutturandola diversamente. Abbiamo previsto un contributo di 10mila euro per
le assunzioni under 36 e di 14mila euro per la trasformazione dei contratti a
tempo determinato e co.co.co in tempo indeterminato. In totale una dote di 15
milioni di euro. Infine c'è tutto il sostegno agli investimenti in tecnologie e
infrastrutture tecnologiche. Qui il contributo complessivo, che va a coprire
fino al 70% delle spese sostenute, l'abbiamo alzato da 35 a 55 milioni.
Destinati ad agenzie, quotidiani, emittenti nazionali e locali e radio».
E sul fronte delle agenzie di stampa? «Abbiamo voluto modificare proprio la
filosofia di fondo dell'intervento pubblico. Per i sostegni si seguivano
criteri del 2017. Poi sempre prorogati. Da tempo si parla della necessità di
rivedere questa impostazione. Un comitato presieduto da Sabino Cassese ci ha
aiutato in questo lavoro per andare verso un vero sostegno all'informazione
primaria. Abbiamo, quindi, previsto un elenco di rilevanza nazionale: si devono
avere almeno 50 giornalisti articolo 1 a tempo indeterminato. E abbiamo
individuato anche parametri incentivanti: assunzione di giornalisti fino a 35
anni di età, investimenti in tecnologie, collaborazioni con agenzie estere».
In questo quadro, conclude il sottosegretario, «abbiamo pensato di valorizzare
ogni giornalista in più rispetto alla soglia dei 50. E c'è una altra novità:
fra i criteri di base ci sarà anche l'istituzione di un Garante sulle fake
news. Le risorse complessive sono di 46 milioni annui e naturalmente ci sarà
spazio per le agenzie specialistiche che potranno partecipare a specifiche
procedure di gara».