Il collega Adam Smulevich ha scritto un nuovo libro dal titolo “Firenze, storia della nobile città”. Illustrato con opere del Borbottoni.
Adam spiega così che cosa l’ha ispirato:
“Come forse si evince dal cognome, la mia famiglia non viveva a Firenze quando guelfi e ghibellini se le davano di santa ragione tra i suoi vicoli, Dante componeva in esilio la sua Commedia, i primi Medici lustravano la città di gloria, Savonarola bruciava sul rogo, un popolo sotto assedio giocava a calcio in faccia alle truppe di Carlo V.
Gli Smulevich hanno iniziato a frequentare Firenze solo nel secolo scorso, in un periodo tragico per l'Italia e l'Europa. Firenze, da allora, è casa. La nostra "heimat", come dicono quelli colti, o come forse avrebbero detto i miei avi mitteleuropei. Una città, ma anche e soprattutto un'idea.
Questa "storia" non ha la pretesa dell'esaustività (e ci mancherebbe). È piuttosto un tentativo di cogliere alcuni "momenti fatali", per dirla con Stefan Zweig, che danno senso non solo agli eventi passati, mai banali da queste parti, ma anche alla definizione della nostra identità in rapporto ad essi. Scrivere di Firenze, la mia città, è stata una gratificazione immensa. Spero di essere riuscito a trasmettere anche solo in parte l’emozione che ho provato”.