"A Firenze più che un 'caso Il Foglio' esiste un 'caso Spiezia'. Il Procuratore di Firenze ha chiesto al Csm di aprire una pratica a tutela del proprio ufficio in seguito a un articolo pubblicato lo scorso 13 aprile dal quotidiano diretto da Claudio Cerasa. Come se l'operato della magistratura non fosse criticabile". Lo ricordano, in una nota congiunta, Fnsi e Ast.
"Senza entrare nel merito delle affermazioni del Foglio - aggiungono -, che sono piena responsabilità dell'autore dell'articolo e del direttore responsabile, notiamo, nella presa di posizione del Procuratore Filippo Spiezia, un atteggiamento che appare infastidito dall'esercizio della libertà di stampa e di critica. Libertà che, come sindacato dei giornalisti, difenderemo sempre senza se e senza ma".
"Ma su Firenze - prosegue la nota - non si può non considerare la questione dei rapporti tra il Procuratore della Repubblica e la stampa. Fnsi e Ast sono solidali con tutti i giornalisti che ogni giorno, nel capoluogo toscano, si occupano di cronaca nera e cronaca giudiziaria. In Procura si trovano solo porte sbarrate dai mille no-comment del Procuratore. Manca, in sostanza, la possibilità di esercitare la doverosa verifica sulle notizie con la fonte primaria, alla quale la legge Cartabia ha affidato il ruolo centrale di interfaccia con i giornalisti".
Il sindacato "chiede al Procuratore maggiore sensibilità nei confronti di quello che anche per lui dovrebbe essere un faro, ovvero la Costituzione italiana, che all'articolo 21 sancisce il diritto dei cittadini ad essere informati. Richiesta che Ast ha reiterato nei sei incontri che ha avuto con lui".