A favore di Micocci, oltre allo stesso neo-direttore, si sono espressi gli altri cinque membri designati dagli editori, compreso il presidente che ha fatto valere il doppio voto: in totale 7 sì. Contro l’elezione di Micocci si sono espressi invece tutti e sei i giornalisti presenti in Consiglio di amministrazione: Simona Fossati, Enrico Castelli, Corrado Chiominto, Marco Lo Conte, Alessia Marani e Tiziana Stella. “È una pagina nera per il Fondo Complementare – osservano i giornalisti componenti del Cda – che statutariamente impone un equilibrio tra le parti, equilibrio che di fatto ora viene snaturato.
Il Fondo rappresenta il ‘tesoretto’ della pensione complementare dei giornalisti, che hanno fatto di tutto per cercare una mediazione alla fine di un processo di selezione, portato avanti con i meccanismi di trasparenza di un bando di gara pubblico, che aveva fatto emergere ottime professionalità già operative in alcune direzioni di altri enti previdenziali”. Marco Micocci, attuario dell’Inpgi, è l’autore di molti dei calcoli sulle prospettive dell’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani che sono stati al centro di vivaci discussioni nella categoria. Ma soprattutto la modalità della sua nomina è “una scelta – concludono i giornalisti – che di fatto mette a repentaglio il dialogo tra le parti in un presidio così importante per il welfare dei giornalisti italiani: per questo i consiglieri eletti dai giornalisti non abbasseranno la guardia mantenendo il proprio impegno a tutela del futuro dei colleghi”.