Considerata infondata la richiesta di deindicizzazione di alcuni articoli recenti presentata da un uomo che era stato condannato a due anni di reclusione per detenzione di materiale pubblicato da Al-Qaida e che aveva scontato la sua pena.
No al diritto all'oblio per chi si è macchiato di reati gravi e la cui
vicenda giudiziaria si sia da poco conclusa e sia ancora di interesse
pubblico. Con questa motivazione il Garante privacy ha ritenuto
infondata la richiesta di deindicizzazione di alcuni articoli recenti
presentata da un uomo condannato a due anni di reclusione per detenzione
di materiale pubblicato da Al-Qaida che aveva scontato la sua pena.
Nel
reclamo al Garante, l'interessato aveva chiesto di ordinare a Google la
rimozione dai risultati di ricerca di 18 Url collegati ad articoli che
riportavano la notizia di un suo arresto avvenuto nel 2019 nel Regno
Unito per possesso di informazioni ritenute utili a commettere o
preparare un atto terroristico. A suo dire, avendo ormai interamente
scontato la pena ed essendo rientrato in Italia, la permanenza in rete
di tali notizie gli avrebbe impedito di ricostruirsi una nuova vita e di
trovare lavoro e poter così fronteggiare le responsabilità familiari.
Nel
rigettare la richiesta, il Garante ha ricordato che non si può
procedere alla deindicizzazione di informazioni recenti quando a
prevalere è l'interesse generale alla reperibilità delle notizie a causa
della gravità delle condotte poste in essere dall'interessato. Nel caso
specifico, il reclamante aveva commesso un reato di particolare allarme
sociale legato al possesso di materiale appartenente a
un'organizzazione terroristica internazionale come Al-Qaida.
Per
quanto riguarda il fattore tempo, altro elemento importante per la
valutazione del caso, l'intervallo di pochi mesi intercorso dalla
conclusione della vicenda giudiziaria e dall'espiazione della pena della
reclusione è risultato assai limitato, non potendosi perciò qualificare
le informazioni come risalenti nel tempo, né ancora prive di interesse
pubblico. (Adnkronos, 28 giugno 2023)