"I cittadini – ha aggiunto – sono il motore economico del mercato dell'informazione. Se oggi i giornali non vendono forse è anche perché serve una ristrutturazione dei modelli organizzativi di business e di lavoro, nuovi percorsi formativi per i giornalisti in grado di ridisegnarne la figura, di preparare meglio i professionisti dell'informazione a informare in modo corretto i lettori".
Politica e istituzioni, ha rilevato fra l'altro Sisto, possono contribuire alla riforma del settore "interfacciandosi con l'Ordine professionale, dando disponibilità 'fisica' a risolvere i problemi. Credo – ha proseguito – sia utile lavorare sulla riduzione del penalmente rilevante e su altri temi concreti per piccoli passi. Meglio poche regole, ma chiare".
E in merito alla nuova normativa sulla presunzione di non colpevolezza, "un provvedimento di grande civiltà, adottato nell'ottica del doveroso bilanciamento del diritto dei giornalisti ad informare con altri diritti garantiti alle persone dalla Costituzione", ha scandito il sottosegretario alla Giustizia, per poi concludere ribadendo la necessità di "offrire informazione di qualità fin dalla scuola, e la qualità dipende dall'eticità dell'informazione, una informazione utile, corretta, qualificata, prodotta da professionisti".