Giornalisti licenziati dopo stati di crisi: il Governo non ascolta. Ast: mobilitarsi subito, Fnsi s'impegni su questo fronte

Tra questi colleghi i più numerosi sono quelli dell’ Unità, testata storica che è stata fortemente radicata nella nostra regione.  Per tentare di trovare una soluzione alla situazione di decine di colleghi che sono ormai da anni senza lavoro, l’Associazione Stampa Romana - molti dei cui esponenti sottoscrissero la mozione al Congresso – hanno predisposto due emendamenti alla Manovra finanziaria in approvazione in questi giorni: questi due testi sono stati fatti propri e presentati dall’on. Walter Verini e dal sen. Roberto Rampi, entrambi gli emendamenti, di cui riportiamo il testo, non sono stati approvati.

Così come non ha finora trovato ascolto il contenuto del documento – anche questo il cui testo è riportato qui sotto – dei colleghi dell’Unità che stanno per esaurire gli ammortizzatori sociali e che invita Governo e Parlamento a prendere in considerazione la situazione dei colleghi ormai vicini, o addirittura oltre, ai 60 anni e che sono senza lavoro e senza pensione. Tutto questo accade mentre il Governo pare subire il ricatto degli editori che, con il sacco pronto ad incassare nuovi prepensionamenti, vorrebbero sostituire i prossimi pensionati con figure professionali anche non giornalistiche e di età inferiore ai 35 anni: una soluzione che rischia di penalizzare o lasciare senza speranza migliaia di colleghi precari ormai over 45 che da anni collaborano con testate che si reggono principalmente sul loro lavoro sottopagato. L’Associazione Stampa Toscana, fedele all’impegno congressuale, conferma il proprio impegno a tutela dei colleghi che hanno perso il lavoro in seguito alla chiusura delle loro testate e resta convinta che la possibilità di riassorbirli in altre aziende, di sostenerli con la formazione e l’aggiornamento professionale o di accompagnarli alla pensione attraverso il ricorso alla fiscalità generale che non incida sulla difficile situazione dell’Inpgi, sia la strada maestra e la più corretta e doverosa: c’è un debito che la società civile deve a questi colleghi e che adesso va saldato. Per questo l’Ast invita la Fnsi ad un concreto impegno in questa direzione, giudica insufficiente il ruolo svolto dal Governo nonostante le aperture dimostrate fin qui solo a parole dal sottosegretario all’editoria Martella e indica a tutti i colleghi il comportamento allucinante di editori la cui incapacità imprenditoriale viene oggi pagata ingiustamente da una delle parti più deboli della categoria.

Over 60, senza lavoro e senza pensione. Appello al sottosegretario Martella dagli esodati de l’Unità

Gentile sottosegretario,

abbiamo apprezzato la decisione del governo di affrontare già in legge di Bilancio la profonda crisi che investe il settore editoriale.

Ma non ci sono solo esuberi da gestire aiutando con soldi pubblici le ristrutturazioni dei grandi gruppi editoriali. Nella martoriata categoria dei giornalisti c’è chi non può neanche permettersi una ristrutturazione, chi non ha nulla. Ci sono gli esodati, come noi de l’Unità.

Un gruppo di professionisti, in maggioranza donne, che ha pagato il conto salato di ben tre stati di crisi e anni di cig e solidarietà a rotazione per mandare in prepensionamento i colleghi più anziani.

Al dramma della chiusura della storica testata, e allo spettro dei licenziamenti che si avvicina con la fine della cig il 31 dicembre 2019, si aggiunge il nostro dramma: alla fine della disoccupazione avremo tutti più di 60 anni. Saremo troppo vecchi per il mercato del lavoro e lontani dalla pensione, a cui avremmo diritto dopo tanti anni di contributi versati.

Per questo chiediamo di poter avere la possibilità, come avranno i colleghi di altre testate con i prepensionamenti, e i lavoratori di altre categorie con l’Ape, di un anticipo dell’età pensionabile.

Alleghiamo due emendamenti, appoggiati da Stamparomana, che pongono il tema specifico dei giornalisti dipendenti di aziende che hanno cessato l’attività o fallite. Si tratta del segmento più debole nel settore, su cui è urgente un impegno immediato di governo e Parlamento. Restiamo in attesa di un incontro, per trovare insieme una soluzione.

Il comitato esodati de l’Unità.

 

Emendamento 1. (non approvato)

Le disposizioni in materia di accesso ai trattamenti di pensione anticipata previsti dall'articolo 1, comma 154, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, si applicano anche ai giornalisti di imprese editoriali che hanno cessato l'attività, anche in costanza di fallimento, per i quali sia stata accertata la causale di crisi aziendale e collocati in cassa integrazione guadagni straordinaria, in forza di accordi sottoscritti tra il 1 gennaio 2014 e il 31 maggio 2015, ancorché dopo il periodo di cigs siano stati collocati in mobilità dalla stessa impresa. Per tali soggetti i requisiti utili ai fini dell'accesso al suddetto trattamento sono determinati in 25 anni di contributi accreditati presso Inpgi e almeno 58 anni di età per le donne e 60 anni di età per gli uomini. I trattamenti pensionistici sono erogati, su richiesta, a decorrere dal 1 gennaio 2020 al 31 dicembre 2022.

 

Emendamento 2. (non approvato)

Le disposizioni in materia di accesso ai trattamenti di pensione anticipata previsti dall'articolo 1, comma 154, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, si applicano anche ai giornalisti di imprese editoriali che hanno cessato l'attività, anche in costanza di fallimento, per i quali sia stata accertata la causale di crisi aziendale e collocati in cassa integrazione guadagni straordinaria, in forza di accordi sottoscritti tra il 1 gennaio 2014 e il 31 dicembre 2019, ancorché dopo il periodo di cigs siano stati collocati in mobilità dalla stessa impresa. 

Per tali soggetti i requisiti utili ai fini dell'accesso al suddetto trattamento sono determinati in 25 anni di contributi accreditati presso Inpgi e almeno 58 anni di età per le donne e 60 anni di età per gli uomini. 

I trattamenti pensionistici sono erogati, su richiesta, a decorrere dal 1 gennaio 2020 al 31 dicembre 2025.