Nonostante la decisione repentina, Ast è intervenuta, anche attraverso la preziosa assistenza tecnica della Federazione nazionale della Stampa, ed ha ottenuto rassicurazioni dalla Regione circa l’applicazione delle tutele di legge, affinché nessuno dei colleghi subisca arretramenti negli stipendi e nel trattamento in godimento, in attuazione peraltro di quanto già previsto da una norma di salvaguardia nazionale con cui l’ultima Finanziaria ha emendato la legge 150 del 2000 sugli uffici stampa della pubblica amministrazione e richiamata anche dalla Consulta nella recente sentenza che ha riguardato gli uffici stampa della Basilicata.
L’Ast comprende la viva preoccupazione dei colleghi, sfociata, per quanto riguarda i giornalisti dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale, in tre giorni di sciopero. Per questo auspica un'interlocuzione fattiva e costruttiva con la Regione per gestire questo percorso.
Il tema di quale contratto di lavoro debba essere applicato ai giornalisti delle agenzie e degli uffici stampa delle Regioni si è imposto, a livello nazionale, dopo l’approvazione, nel 2018, del nuovo contratto del pubblico impiego Funzioni Locali, che ha rinviato ad una coda contrattuale la disciplina di chi, fino ad allora, in forza di leggi regionali, si era visto applicare il contratto di lavoro giornalistico. Ancor di più si è messo in evidenza in seguito a una giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale, che dal 2019 ad oggi si è pronunciata sulla incostituzionalità di tre diverse leggi regionali che applicavano il contratto di lavoro giornalistico: prima il Lazio, poi il Veneto e per ultima la Basilicata. Nel frattempo il Parlamento ha approvato una norma di salvaguardia per i contratti in essere.
Ast, in stretto contatto con il Cdr dell'Agenzia della giunta e con la collega fiduciaria del Consiglio, vigilerà sulla norma regionale che sarà approvata e, sempre in collaborazione con la Fnsi, tutelerà fino in fondo gli interessi e la professionalità dei colleghi.