Il tentativo dell'azienda di accedere ad un nuovo periodo di cassa integrazione si è rivelato impraticabile sotto il profilo contrattuale e previdenziale. L'editore non procede neanche ai licenziamenti collettivi perché, forse, non vuole pagare le relative indennità, ma nel frattempo impedisce ai giornalisti di accedere a qualsiasi fonte di reddito».
Una vicenda paradossale, aggiunge Lorusso, «che meriterebbe una valutazione sotto vari profilli di legittimità e di merito, non escluso quello penale. È comunque auspicabile che, pur in una fase così complessa, si possano attivare le dovute interlocuzioni istituzionali per mettere l'azienda di fronte alle proprie responsabilità e consentire ai giornalisti di ottenere una qualche misura di sostegno al reddito».