Lettera aperta di 15 redattori del Corriere dell'Umbria (e di Siena) contrari alla cassa integrazione non a rotazione

La Toscana, trovando l'adesione della stessa Fnsi e delle altre Assostampa, dichiarò che avrebbe potuto lasciare la trattativa se non fosse stata assicurata la riapertura della redazione di Siena, le cui edizioni erano state sospese pochi giorni prima dell'apertura del tavolo per la cassa integrazione. Le firme necessarie per la cassa integrazione, alla fine, sono state messe soltanto da una parte del Comitato di redazione. Che poi è decaduto per le dimissioni di alcuni suoi componenti. Le elezioni per il nuovo Cdr sono state fissate per lunedì 11 e martedì 12 maggio.

Assostampa Toscana, in un incontro successivo, attraverso Skype, al tavolo dell'Unità di crisi della Regione Toscana, chiese formalmente all'Azienda di richiamare tutti i giornalisti al lavoro dopo il periodo di cassa integrazione.

 

Ed ecco la lettera dei 15 redattori

 

All’attenzione dell’Assostampa Toscana

Al presidente Sandro Bennucci

 

Si invia il documento messo a verbale in occasione dell’assemblea del corpo redazionale che si è svolta in data primo maggio 2020, convocata dopo le dimissioni di due membri del Comitato di redazione (Luca Feliziani e Nicola Uras) per stabilire il percorso di rinnovo del Cdr.

Le elezioni si svolgeranno l’11 e il 12 maggio 2020. Con questo documento si esprime la netta contrarietà alla scelta dell’azienda e del direttore di adottare la Cigd non a rotazione, sospendendo il Contratto di solidarietà già in essere. Scelta che ha portato all’esclusione dal ciclo produttivo di 25 giornalisti del Gruppo Corriere dal 20 aprile al 21 giugno 2020.  Nel documento si fa riferimento anche all’operato del Cdr uscente. Pertanto si chiedono la massima attenzione e vigilanza sugli sviluppi della situazione e la conferma del sostegno già manifestato in sede di trattativa dalle associazioni di stampa regionali e dalla Fnsi.

 Seguono 15 firme dei giornalisti del Corriere dell'Umbria che ha redazioni anche in Toscana e Lazio

 

Il documento che esprime la contrarietà alle scelte aziendali

 

Al Cdr del Gruppo Corriere Srl

 Alla luce dell'attivazione della cassa integrazione in deroga per una parte dei giornalisti del Gruppo Corriere a causa dell'emergenza Covid-19 e in vista del rinnovo del Comitato di redazione, noi sottoscritti confermiamo la netta contrarietà all’accordo firmato solo in sede aziendale che non prevede la rotazione e facciamo presente quanto segue in merito all’operato del Cdr uscente:

1) Le assemblee dei giornalisti del mese di aprile, sono state convocate dal Comitato di redazione senza un ordine del giorno definito, con un preavviso a volte anche solo di un'ora e per lo più in orari notturni.

2) In occasione delle assemblee non è stato mai individuato un segretario verbalizzante e ad oggi non si è a conoscenza dell'esistenza di verbali di assemblea, che, come noto, rappresentano documenti di riferimento degli incontri stessi. Seppure richiesti oralmente e tramite messaggi ad alcuni membri del Cdr, ad oggi non sono stati inviati a tutto il corpo redazionale i verbali delle assemblee, quelli degli incontri tra azienda e Cdr e relativi allegati. In particolare, non sono stati forniti il verbale di incontro A (cassa integrazione in deroga senza rotazione) e il verbale B di incontro (cassa integrazione in deroga a rotazione) che sono stati messi ai voti nell'assemblea del 9-10 aprile. In 15, in quell’occasione, hanno votato per la cig a rotazione, unica soluzione reputata non discriminatoria.

3) Durante l’assemblea del 5 aprile non c’è stata alcuna difesa dell’anonimato, precedentemente garantito, sulla espressione da parte di ciascun giornalista della disponibilità a rinunciare a ferie e recuperi arretrati sino al 31 marzo (disponibilità chiesta dall’azienda per non sospendere le edizioni).

4) Nel percorso di confronto il Cdr non ha arginato toni spesso sopra le righe usati da alcuni colleghi verso chi proponeva argomenti non in linea con le posizioni dell’azienda e del direttore.

5) Nel verbale di accordo relativo alla richiesta della Cig in deroga, seguito all’incontro del 17 aprile tra l'azienda e il Cdr, compaiono solo i nomi di tre membri del Cdr, mentre del quarto non si fa alcuna menzione. Il suddetto quarto membro, secondo quanto comunicato dallo stesso nell'informativa assembleare del 17 aprile, non ha condiviso l’accordo.

Alla luce di quanto sopra, nonché della principale motivazione della mancata rotazione addotta dal direttore (ovvero, le difficoltà relative allo smart working) e della mancata firma dei sindacati regionali e nazionale di questo accordo, non possiamo che sollevare dubbi circa la sua legittimità.

6) Nel verbale di cui al punto precedente va rilevata la mancata menzione del documento (di cui in allegato) inviato al Cdr la mattina del 17 aprile e sottoscritto da un gruppo di giornalisti per invitare l’azienda a ripristinare il contratto di solidarietà dopo la cig in deroga. Al contrario, è stata riportata nel verbale di accordo la comunicazione inviata da un gruppo di giornalisti al Cdr a sostegno della cig non a rotazione.

7) Non sono al momento note le motivazioni che hanno spinto due membri del Cdr a rimettere il mandato in un momento così delicato per l'azienda e i suoi dipendenti, oltretutto a poche settimane dalla naturale scadenza.

8) Chiediamo di mettere a verbale il presente documento e quello allegato.

9) Chiediamo al Cdr di inviare ai giornalisti tutta la documentazione relativa alle assemblee che si sono svolte e agli incontri tra l’azienda e il Cdr, nonché la posizione formalizzata dai sindacati nazionale e regionali della stampa che non hanno avallato l’accordo per la Cig non a rotazione.

Per il futuro auspichiamo una contrattazione condotta su un serio dibattito sindacale che guardi al merito e difenda la natura solidaristica degli ammortizzatori. Auspichiamo quindi, al termine della Cig Covid 19, l’immediato ritorno al contratto di solidarietà attualmente sospeso, che non discrimina il corpo redazionale.