Nel suo libro Magrini indaga soprattutto le origini e gli effetti di quella “dittatura dell’algoritmo” che non solo interviene in modo massivo nella proposta delle notizie al grande pubblico, ma che si occupa anche – attraverso i sistemi di profilazione dell’utente – di confezionarla su misura. Professionista attento ed esperto, Magrini coglie in questi processi i punti deboli del lavoro giornalistico, anche sotto il profilo deontologico e quello essenziale dell’organizzazione del lavoro del giornalismo professionale. Ad una professione, quella giornalistica, che anche nel suo recente passato ha guardato con distacco, e talvolta con repulsione, alle nuove tecnologie rinunciando ad utilizzarne le opportunità e dovendo poi recuperare in fretta e non del tutto il tempo perduto, oggi si pone il problema di essere in grado di misurarsi con l’ “algocrazia” se vuole ancora far prevalere i criteri fondamentali di questo mestiere. “E’ l’algoritmo, bellezza”, fresco di stampa, ha dovuto per ora rinunciare causa virus al nutrito ciclo di presentazioni che erano state programmate, ma ciò non ha impedito di essere già stato oggetto di lezioni online alle Università di Firenze, Siena e Federico II di Napoli. Ma anche di diventare: un ciclo di trasmissioni tv su Toscana Tv e Siena Tv con testimonianze e contributi di esperti di comunicazione, docenti universitari e giornalisti: contributi e testimonianze accessibili anche attraverso i social. Alla faccia del virus. E anche dell’ algoritmo.