"Il lavoro è scomparso dall'agenda politica del Paese da qualche decennio: dobbiamo avere il coraggio di riportare il lavoro al centro dell'agenda - ha continuato Lorusso - perchè trovo assurdo che oggi il dibattito in corso sulla legge di stabilità sia sul tetto all'uso del contante: i colleghi precari, i precari di altre professioni il problema del contante non ce l'avranno mai, perché il contante non l'avranno, questo è il tema".
Per Lorusso "non possiamo accettare che editori grandi e piccoli mettano alla porta i colleghi di una certa età e li sostituiscano con colleghi che lavorano a pezzo, pagati 2 o 3 euro a pezzo: non è lavoro, mina la credibilità dell'informazione, che qualità si può pretendere così?". Dunque, ha affermato il segretario della Fnsi, "bavaglio è anche non muovere un dito per combattere il precariato, bavaglio è anche il precariato. Ho apprezzato le aperture da parte del sottosegretario all'editoria, mi auguro che quelle aperture possano portare ad atti concreti".
Fra gli ospiti del convegno, introdotti dal presidente dell'Ordine della Toscana, Carlo Bartoli, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, il sottosegretario all'editoria Andrea Martella, il vicepresidente del Csm David Ermini, il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, il prefetto di Firenze, Laura Lega, il segretario nazionale dell'Ordine dei giornalisti Guido D'Ubaldo, insieme alle testimonianze di giornalisti minacciati per il loro lavoro. "Oggi - ha ricordato ancora Lorusso - abbiamo 22 colleghi sotto scorta: la scorta non è un privilegio, rappresenta una forma di limitazione della libertà personale, se c'è la scorta vuol dire che c'è un pericolo imminente per la vita e l'incolumità di quel collega".
Il sottosegretario Martella ha rilanciato il suo appello per una rapida approvazione della legge contro le querele temerarie e il carcere per i giornalisti, ha annunciato incentivi per il turnover di giornalisti nelle redazioni, e ha dato il suo appoggio alla proposta formulata dal sindaco Dario Nardella di inasprire le pene per chi minaccia i giornalisti: "Deve passare il principio - ha detto - che chi minaccia un giornalista sta minacciando tutti quanti noi perché impedisce la libertà di informazione".