"Ombre russe", nuova fatica letteraria del giornalista Paolo Pardini. Ecco un estratto.
Gli occhi di Julia, militante comunista che non vuole arrendersi al crollo dell’Unione Sovietica, si materializzano all’improvviso tra le macerie del palazzo del governo della Transnistria, appena bombardato, e segnano il destino di un giornalista italiano inviato là a raccontare un conflitto dimenticato.
La storia d’amore travolgente, che tanti abbiamo sognato di vivere, corre dentro il conflitto tra popoli che solo il forzato collante sovietico era riuscito, per un cinquantennio, a contenere dentro le maglie della convivenza. Una piccola “Guerra e Pace” di fine millennio dove le emozioni riempiono ogni pagina e ti tengono incollato al romanzo fino all’ultima riga. Ombre russe è ambientato nel 1992, durante le ostilità tra la Moldavia e l’autoproclamata repubblica di Transnistria, russofona, rimasta fedele a Mosca: due regioni, ai confini dell’Ucraina, considerate possibili bersagli delle mire espansionistiche del nuovo Zar.
I luoghi del romanzo sono gli stessi della guerra scatenata da Putin, il 24 febbraio 2022, come identico è il malessere di fondo a trent’anni di distanza: la questione irrisolta dell’orgoglio russo ferito l’8 dicembre del 1991, quando l’Unione Sovietica si dissolse e venne ammainata la bandiera rossa sul Cremlino.
Paolo Pardini (Pisa, 1955) ha lavorato per trent’anni come giornalista e inviato per tutte le principali testate della Rai. È stato conduttore del Tg3 e di numerosi programmi televisivi, fino a ricoprire il ruolo di responsabile dei Tg3 regionali Rai a Trento, Firenze e Milano. Ha insegnato per quindici anni giornalismo all’Università Cattolica di Milano, ha vinto alcuni premi giornalistici, come il “Guido Vergani” a Milano ed è stato autore di saggi su questa professione. Appassionato di alpinismo, ha anche pubblicato una serie di racconti dedicati alle montagne.