Imbavagliati davanti al Senato, a Montecitorio e sotto Palazzo Chigi. Il
flash mob promosso dal sindacato dei giornalisti, giovedì 28 dicembre, è stata
la prima, simbolica tappa della protesta contro i provvedimenti che puntano a
restringere il perimetro del diritto-dovere di informare.
Una passeggiata contro ogni bavaglio al diritto
dei cittadini ad essere informati e per la dignità della professione. Si è
aperta così, con una prima protesta simbolica, la mobilitazione della Fnsi
proclamata all'indomani del via libera della Camera dei deputati
all'emendamento presentato da Enrico Costa che vuole vietare la pubblicazione,
integrale o per stralci, delle ordinanze di custodia cautelare.
«L'emendamento Costa è solo l'ultimo atto di un percorso che vuol far perdere
dignità alla nostra professione: dalla riforma Cartabia alla stretta sulle
intercettazioni alla riforma della diffamazione in discussione in Senato è
lampante la volontà di restringere il perimetro del diritto-dovere di
informare», ha detto Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione
nazionale della Stampa italiana, nel corso della riunione di Giunta esecutiva
che ha preceduto il flash mob.
L'iniziativa, (che ha visto in prima linea l’Associazione Stampa Toscana, con
il presidente Sandro Bennucci, la componente di giunta Fnsi Paola Fichera, il
rappresentante del Gruppo pensionati Ivo Brocchi e i colleghi cronisti di
giudiziaria Antonella Mollica e Walter Rizzo) era stata organizzata in
concomitanza con la conferenza stampa di fine anno della premier Giorgia
Meloni, prevista per il 28 dicembre e poi
rinviata al 4 gennaio 2024. «Chiediamo alle colleghe e ai
colleghi che per lavoro parteciperanno alla conferenza stampa di chiedere conto
alla presidente Meloni di questa volontà del suo governo e della sua
maggioranza di limitare il diritto dei cittadini a conoscere», l'esortazione
della segretaria Costante.
«Servono più domande, non meno. Più informazione, non meno. In questi giorni
qualcuno ha abusato di un valore: il garantismo. Dobbiamo spiegare che i veri
garantisti vogliono più trasparenza, non meno», ha rilevato il presidente della
Fnsi, Vittorio di Trapani, nel corso del dibattito in sala Tobagi prima che i
rappresentanti del sindacato dei giornalisti uscissero, bavaglio sulla bocca,
per le strade di Roma.
Quindi il flash mob, con le foto davanti al Senato, a Montecitorio e sotto
Palazzo Chigi. E l'appuntamento alla prossima tappa della mobilitazione: il 3
gennaio, giorno in cui si riunirà la Conferenza dei fiduciari e Comitati di
redazione per decidere i prossimi passi della protesta contro ogni bavaglio e
per la dignità della professione giornalistica.