L'iniziativa è stata lanciata da Cgil Toscana, con la collaborazione dell'Associazione Stampa Toscana e col patrocinio dell'Ordine dei Giornalisti della Toscana. Per la sezione 'Lavori testuali', sono stati premiati Andrea Vivaldi e Iacopo Nathan; per la sezione 'Servizi audiovisivi', sono stati premiati Deborah Canocchi e Stefano Rossi. I quattro vincitori si dividono in parti uguali il premio di 4mila euro (2mila a sezione) messo in palio da Cgil Toscana. La giuria che ha esaminato i diversi lavori arrivati era composta da rappresentanti di Cgil, Ast, Odg e della famiglia Bisogni.
“Questo premio non è un omaggio postumo, questo premio è memoria attiva, e questo premio così organizzato, nella sua casa, sarebbe piaciuto molto a Nazzareno”, ha sottolineato Giulietti, ricordando che “quaranta anni fa nacque il Gruppo dei giornalisti di Fiesole, che voleva uscire da una logica corporativa: e all’inizio di quel viaggio c’è stato anche Nazzareno, che è stato anche nella giunta esecutiva della federazione. E’ stato nel sindacato per tutti questi anni, con discrezione e gentilezza, ma anche con fermezza. E' l'uomo del legame fra due articoli della Costituzione antifascista, l'articolo 3 e l'articolo 21: e l'articolo 21 deve aiutare a rimuovere le disuguaglianze. Spesso non vengono letti assieme, è un errore che fanno anche i giornalisti".
Sandro Bennucci, presidente dell'Associazione Stampa Toscana, ha ricordato che "Nazzareno era il nostro anello di congiunzione, perché era dirigente dell'Ast, ma era ovviamente anche un dipendente della Cgil, una straordinaria figura che ci ha accompagnato a lungo. Al congresso di Riccione cercheremo di rappresentare questi ragazzi - ha detto, riferendosi ai premiati - che hanno bisogno, come tanti, di uscire dalla precarietà". Giampaolo Marchini, presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Toscana, ha sottolineato che "i consigli di Nazzareno sono stati sempre preziosi e soprattutto disinteressati: alla base di tutto c'era la sua grande passione per questo mestiere".
Dalida Angelini, segretaria generale della Cgil Toscana, ha ricordato che Nazzareno Bisogni era "un punto di riferimento, una persona che era dentro la Cgil dal 1997, quindi conosceva tutto della nostra organizzazione. Una figura che continuerà a mancare alla Cgil. Una persona anche molto attenta ai giovani, ai giovani giornalisti e nasce da qui l'idea del premio. La scelta del premio giornalistico è proprio per lasciare un segno nel nome di Nazareno e per dimostrare anche quello che è stato, l'esempio che lui ha dato".