È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, sabato 24 febbraio 2024, la Legge
di delegazione europea che contiene, all'articolo 4, la delega al governo a
modificare il codice di procedura penale prevedendo 'il divieto di
pubblicazione integrale o per estratto del testo dell'ordinanza di custodia
cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al
termine dell'udienza preliminare'.
La norma, che è un bavaglio alla stampa e un limite all'informazione, era stata
introdotta nel corso dell'esame del testo alla Camera dal deputato di Azione
Enrico Costa e ha subito suscitato la protesta della Fnsi e degli altri
organismi della categoria.
Contro la 'norma Costa' si sono mobilitate, durante l'iter di approvazione in
parlamento, sia la Federazione nazionale della Stampa italiana che le
Associazioni Regionali di Stampa. Ora il sindacato dei giornalisti è pronto a
portare il caso in Europa: ha già chiesto e ottenuto audizioni, previste nelle
prossime settimane, con le istituzioni europee.
«Negli ultimi anni – rileva la Fnsi – si stanno moltiplicando interventi
normativi che restringono il diritto di cronaca e più in generale la libertà di
stampa nel nostro Paese. In alcuni casi, questo viene fatto in occasione del
recepimento di direttive europee. È accaduto con la cosiddetta 'riforma
Cartabia' sulla presunzione di innocenza. E ora si rischia un'ulteriore
stretta, con il divieto di pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare
e con altri provvedimenti in discussione in parlamento, come la riforma della
diffamazione, che aumenta le sanzioni per i giornalisti, mentre nulla viene
fatto contro le Slapp».
Per questo «è necessario portare all'attenzione delle istituzioni europee
quanto sta accadendo – incalza il sindacato – e denunciare il quadro
sempre più critico che sta maturando per la libertà di stampa in Italia».