Una scelta "miope" e "incomprensibile", quella dell'editore e del management, che hanno respinto - ha denunciato Alberto Ferrarese - tutte le proposte che la delegazione sindacale aveva avanzato per gestire la crisi, scegliendo invece una strada che "porterà a un impoverimento del prodotto e metterà a rischio la sopravvivenza stessa dell'agenzia". Le proposte del Cdr prevedevano un pesante sacrificio dei lavoratori, ma anche risparmi, oltre a un piano di rilancio. "I giornalisti di Askanews continueranno a lottare per difendere il loro lavoro e l'agenzia, che rappresenta un patrimonio per tutta l'informazione italiana", ha assicurato il Cdr, ricevendo un lungo applauso di solidarietà da parte della platea del congresso. I lavoratori di Askanews hanno quindi lanciato un "appello a tutte le istituzioni e le parti coinvolte perchè facciano quanto è in loro potere per riportare Abete e l'azienda sulla via della ragionevolezza".
Lo stesso segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, nella sua relazione aveva sottolineato che "sulle agenzie di stampa non è escluso che il governo peggiori, al peggio non c'è mai limite, la scriteriata regolamentazione partorita dal precedente esecutivo e dall'allora ministro con delega all'editoria, Luca Lotti, rimasto insensibile a qualsiasi proposta di modifica, a cominciare da quella avanzata dalla Fnsi, che, in un quadro di assoluta legittimità, avrebbe consentito da un lato di tutelare la specificità e il ruolo delle agenzie di informazione primaria, dall'altra di salvaguardare i livelli occupazionali. La vertenza Askanews, per citare la più attuale e la più drammatica, non è soltanto il risultato della fuga dell'editore dalle proprie responsabilità, ma anche di una normativa sbagliata e di un atteggiamento da parte dell'attuale governo che non lascia
intravedere nulla di positivo".