Stati generali dell’Editoria. Ast è il momento dell’inclusione per i precari e per chi ha perso il lavoro

Primo tra essi quello dell’inclusione dei colleghi precari che da troppo tempo attendono che il loro rapporto di lavoro venga regolato dal contratto nazionale e dei tanti, troppi, colleghi che il lavoro lo hanno perso nei momenti più duri della crisi che ha portato anche alla chiusura di tante testate. Si tratta di due questioni strategiche che la delegazione dell’Ast al Congresso della Fnsi di Levico Terme ha posto al centro di specifiche mozioni che sono state approvate da tutti i delegati. Ecco il comunicato della Fnsi in vista dell’appuntamento degli Stati generali dell’Editoria.

"La Federazione nazionale della Stampa italiana parteciperà agli Stati generali dell'editoria, convocati dal governo e che prenderanno il via lunedì 25 marzo. L'auspicio è che, a partire dalla giornata inaugurale, i giornalisti siano messi nelle condizioni di seguire e documentare i lavori e, se possibile, venga assicurata la diretta streaming. Si tratta di un passaggio fondamentale per il mondo dell'informazione: l'augurio è che gli spunti e le proposte di riforma possano poi essere trasformati in norme di legge e regolamenti. Lo afferma, in una nota, il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso.

«Il sindacato dei giornalisti – prosegue – ritiene essenziale che dal tavolo convocato dal premier Giuseppe Conte e dal sottosegretario Vito Crimi possa partire l'impulso decisivo per mettere a punto norme di contrasto del lavoro precario, vera emergenza del settore, e di sostegno all'occupazione. Dallo stesso tavolo deve arrivare l'impulso al Parlamento per calendarizzare la proposta di legge per la cancellazione del carcere per i giornalisti, come auspicato oggi dal presidente della Camera, Roberto Fico, e per il contrasto alle querele bavaglio».

La Fnsi, conclude Lorusso, «ritiene indispensabile riformare le leggi di settore, compresa la legge istitutiva dell'Ordine, per consentire il rilancio dell'informazione, anche attraverso la ridefinizione del fondo per l'editoria, la cui cancellazione è stato un colpo mortale al pluralismo, all'occupazione e al diritto dei cittadini ad essere informati"