Decine di libri pubblicati con Giunti, Feltrinelli, Salani, Einaudi Ragazzi, titoli tradotti in una decina di Paesi, premiata per tre volte col Bancarellino, una volta col premio Cento. Domenica Luciani è una delle più amate autrici e traduttrici di romanzi per ragazzi in Italia. Un libro così però non l’aveva mai scritto. «Una lavatrice in paradiso. Fatti, gatti e oggetti di casa mia», pubblicato dalle edizioni Toscana Oggi, direttore Domenico Mugnaini, (480 pagine, 18 euro), è un romanzo memoir fatto di ricordi, storie fantastiche tramandate in famiglia, giochi tra cugine, canzonature tra fratelli, affetti e amicizie, buffi personaggi e aneddoti spassosi.
Il libro è ambientato in una vecchissima casa fiorentina, in cui scarseggia l’acqua corrente e anche le stufe elettriche hanno un nome: qui una bambina passa il tempo a disegnare, spiare gli adulti con l’inseparabile cugina e ascoltare antichi racconti di famiglia. Sono storie popolate da fantasmi inquietanti e funestate da bombe di cui resta ancora traccia sul pavimento del salotto. Storie incredibili, se non fosse che le stanze e gli oggetti di casa ne sono ancora testimoni. Perché, come sostiene il padre della protagonista, tutti gli oggetti hanno un’anima. E perché, come sostiene l’autrice, la casa in cui si è nati è il luogo in cui ha avuto inizio la storia più importante.
Un frizzante romanzo memoir, che dall’anno dello sbarco sulla luna va a ritroso nel tempo – la seconda guerra mondiale, il Ventennio fascista, l’epidemia di spagnola – seguendo il filo rosso dei ricordi familiari.
Dopo decine di romanzi amati da tantissimi ragazzi e ragazze, con questo libro Domenica Luciani, si rivolge a un pubblico più ampio, mantenendo però quel marchio di fabbrica noto ai suoi giovani lettori: raccontare con leggerezza e originalità, di vertendo, avvincendo e emozionando.