Riflettori accesi sugli uffici stampa pubblici (e privati). Se n’è parlato, approvando documenti programmatici precisi, nei tre giorni del XXIX Congresso della Fnsi a Riccione. In particolare, un ordine del giorno, passato per acclamazione, impegna gli organi del sindacato ad istituire e convocare un gruppo di lavoro permanente, composto da giornalisti in servizio in rappresentanza di tutti e quattro comparti del pubblico impiego, che supporti l’attività della giunta esecutiva del sindacato prima e durante il rinnovo dei prossimi contratti collettivi Aran 2022-2025, nell’ambito del Dipartimento nazionale uffici stampa. Una sorta di ‘commissione contratto’.
Nel documento si indicano anche alcune tra le possibili strade da percorrere ai tavoli delle trattative per completare i contenuti del profilo professionale di giornalista pubblico, per potenziare i diritti e dare più forza alle retribuzioni di tutti i colleghi giornalisti che lavorano nella Pa, oltre a puntare l’attenzione su temi come la piena rappresentanza ed agibilità sindacale o la regolamentazione delle collaborazioni esterne.
L’ordine del giorno è stato presentato dalla delegazione della Toscana, assieme ad altre associazioni stampa, prime fra tutte Emilia Romagna e Sicilia, con il sostegno di molte delegate e delegati di altre regioni. E’ stato approvato dal Congresso anche un documento sugli uffici stampa nel settore privato, dove è altrettanto importante che lavorino giornalisti.
Sul palco del palazzo dei congressi di Riccione si sono avvicendati in tanti ad affrontare la questione "informazione pubblica", a cominciare dalla stessa neoeletta segretaria generale Alessandra Costante. Molto apprezzato l'intervento di Walter Fortini, fra i protagonisti del contratto-ponte che salvò, nel 2020, la busta paga dei colleghi in servizio nella giunta e nel consiglio regionale della Toscana, attraverso il contratto-ponte frutto dell'accordo fra Assostampa e Regione Toscana, grazie alla collaborazione tecnica della Fnsi. Proprio il contratto-ponte ideato in Toscana ha fornito il modello per l'intesa nazionale fra Aran e Fnsi.
La questione è stata trattata fin dalla relazione del segretario uscente, Raffaele Lorusso, che ha fatto un'ampia disamina sullo stato degli uffici stampa pubblici, dal citato accordo con Aran, siglato il 7 aprile 2022, insieme alle confederazioni sindacali, "tutt'altro che scontato”, e sulla necessità di "un passaggio normativo per codificare il diritto alla rappresentanza della Fnsi, che finora può partecipare ai tavoli solo come sindacato interveniente" e sull'avvio di "una fase di confronto per una legge di riforma organica della legge 150 del 2000, sostanzialmente superata dall'evoluzione della normativa sul pubblico impiego".
Il segretario uscente ha ricordato il lavoro fatto, le battaglie vinte ma anche quelle perse, con onestà, e i passi in avanti da fare, anche per la creazione di ulteriori posti di lavoro. L’obiettivo è il riconoscimento del pieno di diritto di cittadinanza della professione giornalistica in tutte le declinazioni ed ambiti della pubblica amministrazione, potenziare i diritti e dare più forza alle retribuzioni, definendo un ruolo professionale che riconosca la particolarità del lavoro giornalistico nella Pa ed arricchendo dune il profilo del “giornalista pubblico – specialista nei rapporti con i media” introdotto con il contratto cinque anni fa con il contratto 2016-2018 e su cui il Ccnl 2019-2021 non è intervenuto.
Il bacino potenziale di posti di lavoro che si sono aperti nelle agenzie ed uffici stampa della Pubblica amministrazione è manna che piove dal cielo – ha sottolineato Fortini – ma se i passi avanti fatti negli ultimi anni sono stati probabilmente il massimo ottenibile in quel momento, costretti su quella via dalle sentenze della Corte costituzionale e dagli interventi delle Corte dei conti, occorre adesso riempire quei profili e quegli accordi di ulteriori contenuti: lavoro da fare ai tavoli nazionali e locali.
L’inserimento dei giornalisti della pubblica amministrazione nella nuova area di elevata professionalità dei contratti del pubblico impiego – per la natura del proprio lavoro, per la proiezione esterna e la responsabilità insita nel ruolo – può essere il sentiero, uno dei sentieri, per un miglioramento concreto delle condizioni economiche di quei contratti: un’area già ben definita nel contratto delle funzioni centrali ma ancora monca o non del tutto espressa nei contratti degli altri tre comparti.
Occorre lavorare con impegno e intelligenza, facendo squadra con gli altri sindacati confederali, che hanno la stessa esigenza per le professioni ordinistiche o specialistiche. Ma occorre soprattutto combattere il precariato, che esiste anche nella Pa, senza lasciare indietro nessuno. Un fronte che la Toscana già presidia.